karl abraham



ABRAHAM KARL, n. a Brema nel 1877, m. a Berlino nel 1925. Laureatosi in Medicina, si interessa al pensiero psicoanalitico dopo un’esperienza lavorativa presso l’ospedale psichiatrico Burghölzli di Zurigo dove avrà modo di collaborare e conoscere Bleuler e Jung. Durante la prima guerra mondiale opera come psichiatra militare. Questa esperienza, unitamente a quella di altri analisti, confluisce nel suo primo saggio che ha per oggetto le nevrosi di guerra, scritto per il quale Freud redige l’introduzione. Nel 1910 fonda a Berlino la prima Società Psicoanalitica Tedesca e nel 1920 fonda il Policlinico Psicoanalitico di Berlino distrutto successivamente dai nazisti. Quattro anni dopo, nel 1924, viene eletto presidente dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale. Condivide il dissenso di Freud nei confronti di Jung e poi di Otto Rank, e assume posizioni di forte contrapposizione. Tra i suoi allievi figurano eminenti psicoanalisti, tra i quali occorre ricordare H. Deutsch, M. Klein, T. Reik, S. Rado, K. Horney, E. Glover, A. Strachey. Una biografia di A. è stata curata dalla figlia Hilde ed ha per titolo Mio padre Karl Abraham (Torino, Boringhieri, 1985). Discepolo e continuatore di Freud, A. ne difende un’interpretazione ortodossa contrapponendosi alle "deviazioni" di Ferenczi, di Jung, di Rank. Tuttavia l’essersi trovato ad affrontare come terapeuta il problema delle psicosi lo porta ad integrare il modello freudiano nel senso di un approfondimento delle fasi più precoci dello sviluppo infantile. Di tale approfondimento, che si rivelerà basilare nella storia della psicoanalisi, è indicativo lo scritto del 1924, Tentativo di una storia evolutiva della libido sulla base della psicoanalisi dei disturbi psichici. In esso A. si occupa della relazione tra fasi dello sviluppo e formazione del carattere. Individua, a tale riguardo, una prima fase orale a sua volta suddivisa in una fase passiva o di allattamento e in una attiva o sadica; quindi le due fasi sadico-anali culminanti nel controllo sfinterico e, infine, una fase genitale che è avviata con la fase fallica ed evolve nella maturità dell’amore adulto. A. annette notevole importanza ai conflitti generati dall’ambivalenza affettiva e definisce la maturità come la raggiunta capacità di superare il narcisismo primario e l’ambivalenza. Le sue ricerche sui punti di fissazione delle psicosi (rinvenibili nelle fasi pregenitali dello sviluppo, ovvero nelle fasi orale e anale), il suo interesse per le manifestazioni dell’aggressività (a cui dedica, nel 1919, un notevole saggio intitolato Una forma particolare di resistenza nevrotica al metodo psicoanalitico), la sua indagine sul narcisismo primario e sui meccanismi di introiezione e proiezione, i tentativi di misurarsi con le psicosi, costituiscono un apprezzabile punto di partenza teorico per le ulteriori elaborazioni di M. Klein. Non si esclude, comunque, un possibile influsso esercitato anche dalla Klein su A.


Bibliografia

Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiano degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992