acqua



Il culto dell'acqua come elemento trovasi nelle mitologie più antiche. La parte importante di questo elemento è nei fenomeni del mondo, la sua azione fecondatrice, la natura misteriosa delle sue origini, tutto doveva operare vivamente sull'immaginazione dell'uomo primitivo e ispirare a esso ammirazione e meraviglia, sentimenti di riconoscenza. Facile e naturale doveva quindi essere il passo di considerare questo elemento come un essere divino. Le acque terresti, sotto le loro forme diverse di sorgenti, di fiumi, di laghi, di mari, come le acque del cielo che versano le nubi, furono da principio oggetti di venerazione diretta, poi rivolta più tardi agli esseri personificati che le rappresentavano nelle mitologie particolari. Gli scandinavi consideravano le acque del cielo come sacre; l'acqua di sorgenti poi, attinta a mezzanotte o prima del levare del sole, diventava un rimedio potente e acquistava proprietà magiche. Anche oggigiorno esiste la superstizione volgare in alcune nostre Provincie che bagnandosi la notte della vigilia delle feste di S. Giovanni in certe acque minerali si possa guarire quasi per incanto da malattie cutanee. — Animali: Anitra, uccello che vive nell'acqua. Pesce. Gli Assiri ebbero per religione di astenersi dal. pesce, in venerazione della loro Cibele, la quale presiedeva principalmente alla pioggia. Per l'acqua adoravano il pesce, per l'aria la colomba. — Vegetali: Canna palustre, che cresce nei corsi d'acqua, e con cui s'incoronavano i fiumi. — Diversi: Azzurro, colore dell'acqua marina. Isocaedro. Secondo Euclide, questa figura solida, composta di venti triangoli eguali, simboleggia l'acqua, perchè essa è di natura mobile e atta alla divisione e al piegarsi. Remo. Urna, che versa acqua, emblema delle sorgenti e, come il remo, attributo dei Fiumi.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928