associazione e amplificazione



Ogni movimento che avviene nel setting è allo stesso tempo un movimento che avviene all'interno dello scambio analitico e nella psiche del paziente.

L'associazione è uno spostamento da un livello a un altro, una indagine in senso orizzontale tra diversi contenuti psichici del paziente. Due "momenti" interiori vengono per la prima volta accostati e legati tra loro. Associare, legare, collegare, unire in un solo e coerente quadro è il cuore del lavoro analitico. Quella vita che prima al paziente appariva frammentata, scissa nelle sue costituenti, casuale e priva di senso (psicologico), inizia a diventare un quadro dentro il quale egli, nel bene e nel male, riconosce di aver svolto un ruolo.

La associazione puà avvenire tra parti consce e inconsce, tra due eventi del presente, tra un evento del presente e un evento del passato, tra un evento razionale e un evento emotivo ecc.

L'associazione si muove in una logica aristotelica, cioè a partire dal particolare, dal piccolo. L'associazione, detto diversamente, è quel procedere analitico che si occupa dell'ontico, del livello soggettivo e individuale dell'esperienza. L'associazione si occupa della vita del paziente per ciò che questa vita rappresenta nella sua specificità.

L'amplificazione invece riconduce il contenuto del paziente a un campo più ampio. Essa svela come, ciò che il paziente narra, non è solo parte della sua esperienza personale ma anche della nostra esperienza collettiva di uomini. L'amplificazione collega il contenuto particolare e individuale alla sua matrice generale e impersonale. L'amplificazione ha una grande importanza nella psicologia alchemica ove la qualità terapeutica dello scambio è affidata a questo ricondurre il vissuto sofferente a un campo più esteso della propria esperienza personale. Riconducendo gli accadimenti della sua vita del paziente a una natura collettiva (mitologica, alchemica, simbolica ecc.) egli li riconosce, ne fa una esperienza che dona a questi accadimenti un peso e un valore differente.

Alleando il contenuto individuale a quello archetipico l'esperienza assume contorni meno netti e incisivi e si offre a una "verità" che trascende il quotidiano e la clausura della sofferenza psichica.

L'associazione si muove in una logica platonica, cioè verticale. Il soggettivo è ricondotto al mondo alto delle idee.



Il mondo archetipico è quel nido che accoglie i nostri vissuti e, come uno specchio, ce li restituisce in una forma che possiamo riconoscere. E riconoscendoli li stemperiamo.