caos cognitivo



Secondo Shoshana Zuboff su Internazionale del 9/15 aprile del 2021 i fatti del 6 gennaio del 2021 a Capitol Hill, a Washington, hanno una precisa origine.

Dall'attacco alle Torri Gemelle abbiamo assistito a un progressivo allentamento dei controlli sull'informazione e un progressivo indebolimento del diritto alla privacy dei cittadini. Attualmente, i colossi del web dispongono di una quantità enorme di informazioni su milioni, o miliardi, di individui in tutto il mondo. Questo li dota di un potere smisurato, potere di cui dispongono senza essere stati eletti e senza quasi alcun vincolo legislativo.

Queste informazioni possono essere usate nei più svariati modi. Possono essere usate a fini commerciali, possono essere messe a disposizione di questa o quella parte politica, a questa o quella società privata, stato estero. Possono, ovviamente, essere messe a disposizione delle agenzie di intelligence. Infine, ed è il punto che mi interessa, possono essere gestite con la finalità di alterare, produrre, spostare a piacere le valutazioni cognitive su un fenomeno. E' questo il fenomeno del caos cognitivo. I social hanno il potere di diffondere in pochi minuti in un numero molto ampio di utenti in ogni angolo del mondo qualsiasi tipo di informazione. Questa informazione non ha fonti certe, non ha subito un processo di elaborazione di valutazione. Essa circola, si infiltra in ogni appartamento di ogni città, giunge agli occhi e alle orecchie di tantissimi soggetti, adulti e non, i quali, ammesso che dubitino razionalmente della bontà di questa informazione, non possono difendersi dagli effetti emotivi e inconsci del messaggio, non possono nulla contro la manipolazione che quella informazione produce nella sua valutazione del mondo che lo circonda.

I social media non sono delle agorà dove circolano liberamente delle informazione. Essi invece utilizzano dei programmi per spostare, modificare, alterare la circolazione di queste informazioni. Non sono solo medium ma degli editori di informazioni senza però assumersene la responsabilità.

Dobbiamo partire dal fatto che qualsiasi messaggio ci influenza. E che è importante stare attenti a tutto ciò di cui ci nutriamo. Come alimentiamo il corpo con cibi genuini così dobbiamo alimentare la nostra mente con informazioni adeguate. Che significa adeguate? Innanzitutto significa in una quantità che possiamo gestire ed elaborare. Essere invasi da dati privi di contesto e approfondimento non ci permette di formarci una idea di ciò che sta realmente avvenendo: questi dati non ci aiutano, anzi ci alienano, ci svuotano, di mettono in una condizione di impotenza.

In secondo luogo dovremmo evitare i messaggi con una quota troppo drammatica o troppo carica emotivamente. Attraverso i mezzi di informazione oggi un ragazzo di venti anni è entrato in contatto con immagini violente che in passato un uomo non vedeva in tutta la sua vita. Anche per chi come noi vive in tempo di pace è come se psicologicamente vivessimo in tempi di guerra, come se vivessimo in trincea dove da ogni lato appaiono immagini di morte. Non so esattamente questo che effetto può avere sulla psiche. Ma sono certo che ha un effetto, e questo effetto non ha nessun rapporto col benessere che dovremmo coltivare. Cosa ci dà sapere che un cane è stato torturato e ucciso dall'altra parte del mondo? A nulla. E' un fatto che non ci permette di reagire o di stabilire un'azione politica. Finisce solo per spegnerci, preoccuparci, svilirci, renderci paranoici o depressi.Peggiora la nostra giornata, ci toglie serenità, rafforza la nostra sfiducia nell'essere umano ecc.

Il caos cognitivo (anche quando non prodotto volontariamente) indebolisce la nostra capacità di pensare, di valutare, di comprendere la complessità di ciò che ci circonda. Inoltre accresce la quota delle emozioni negative su quelle positive, abbruttisce il mondo, lo rende un inferno non solo dove è realmente un inferno ma anche dove non lo è. Questo non ci consente, alla lunga, di percepire le differenze, tra una periferia e una bidonville, tra una democrazia e una dittatura ecc.

La cura al caos è la lettura, la lentezza, il vuoto della mente, la considerazione ponderata degli eventi. La cura al caos cognitivo è dubitare, chiedere, approfondire, interrogarsi per settimane o mesi su una questione (invece che saltellare da informazione a informazione, decine al giorno) e trovarne una soluzione personale senza però perdere  l'abitudine a una messa in discussione dei presupposti del proprio ragionamento.