cocaina
Principale alcaloide
contenuto nelle foglie della coca (Erythroxylon coca e Erythroxylon
truxillense). È dotato di forte azione stupefacente (senso di euforia,
di benessere fisico) già a piccole dosi, che i tossicomani, per un
fenomeno di tolleranza, sono portati ad aumentare giungendo a forme di
dipendenza.
Fu isolata per la prima volta da E. Niemann nel 1860. Chimicamente è
una metilbenzoilecgonina, di formula C17H21NO4 (fig.), che si presenta
in cristalli prismatici incolori o in forma di polvere cristallina
bianca, di sapore amaro, solubile in alcol, etere, cloroformio e meno
in acqua. La cocaina, o il suo cloridrato, in passato usati come
anestetici locali, specialmente in oculistica e in odontoiatria, sono
oggi sostituiti da prodotti sintetici (novocaina, stovaina, tutocaina
ecc.), assai meno tossici. Somministrata o assunta topicamente (la
cocaina è assorbita con facilità dalle mucose, con parziale eccezione
per quella gastrica, dato che l’ambiente acido dello stomaco può
inattivare una parte dell’alcaloide) o per via iniettiva o inalatoria
(fumo), essa già a piccole dosi determina una sensazione illusoria di
benessere fisico, euforia, eccitazione corticale e spinale. Nella
quantità di 50-60 mg può dare sintomi più o meno gravi
d’intossicazione: vomito, polso debole e filiforme, allucinazioni,
convulsioni ecc. La dose sicuramente mortale, in soggetti normali, è di
200 mg o poco più, se la somministrazione è per via iniettiva o
inalatoria. La morte si verifica generalmente per paralisi
respiratoria. Tuttavia dosi notevolmente più alte sono talora assunte
senza effetto letale da soggetti tossicomani, nei quali s’instaura una
progressiva assuefazione, così che, per produrre gli effetti
desiderati, occorrono dosi sempre crescenti che portano al quadro del
cocainismo cronico (alterazioni psichiche e somatiche, allucinazioni,
illusioni, deliri, stati demenziali ecc.).
Si definisce cocainizzazione la tecnica usata in fisiologia
sperimentale, per dimostrare, attraverso la sua soppressione
temporanea, la distribuzione topografica di una funzione sensitiva.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it