controtransfert
Il controtransfert è stato
inizialmente considerato una reazione nevrotica dell'analista prodotta
dai suoi conflitti irrisolti. Attualmente il controtransfert è
considerato uno strumento utile alla comprensione delle dinamiche
interpersonali del paziente.
Freud scrive: "Ogni uomo possiede nel suo inconscio uno strumento per
conoscere l'inconscio degli altri" (1913, p. 238). E Heimann aggiunge:
"Spesso le emozioni dell'analista sono molto più vicine al nocciolo del
problema di quanto non lo sia il suo ragionare" (1950, p. 75).
L'analisi delle risposte emotive del terapeuta nella relazione con il
paziente diventa una lente attraverso cui poter leggere quanto
comunicato dal paziente e fornisce informazioni non solo su ciò che si
pensa possa provare il paziente in un determinato momento del processo
ma anche sulle possibili risposte dell'ambiente al paziente stesso.
Anche la soggettività del clinico non è più considerata un elemento di
"distorsione" relazionale bensì fonte di informazioni la cui lettura,
se adeguatamente decostruita e operazionalizzata, può essere di grande
utilità per la diagnosi e la terapia.
Bibliografia
Lingiardi V., Gazzillo F., La personalità e i suoi disturbi, Raffaello
Cortina, Milano, 2014