archetipo
L'archetipo è una forma
tipica di pensare e di agire, è una invariante universale
dell'immaginazione, una possibilità innata di rappresentazione che
presiede alla attività immaginativa.
Jung colloca gli archetipi nell'inconscio collettivo, cioè nello strato
più basso della psiche.
L'archetipo è il patrimonio delle fantasie inconsce e delle forme
fondamentali e dominanti attraverso cui questo patrimonio si manifesta
(Madre, Senex, Puer, personalità mana, Cerchio, Temenos ecc.).
Jung ammise di aver tratto il termine da Platone. In senso platonico
gli archetipi sono le idee semplici e complesse assunte come modelli
per misurare l'adeguatezza di altre idee.
L'archetipo non è raggiungibile in sé, ma è raggiungibile soltanto
attraverso approssimazioni o immagini di totalità non gerarchica.
Jung giunge alla nozione di archetipo attraverso diverse
concettualizzazioni parziali:
- gli archetipi come immagini primordiali restano simili ai fantasmi
originali di Freud, soprattutto nel loro carattere di atemporalità,
collettivismo, immutabilità;
- l'archetipo come disposizione alle immagini produce rappresentazioni
tipiche che l'umanità ha fatto nel processo di sviluppo della
coscienza, nel corso della sua millenaria evoluzione come specie;
- l'archetipo è stato pensato anche come una struttura etologica
ereditaria.
Bibliografia
Pieri, P. F., Dizionario junghiano, Bollati Boringhier, Torino 1998