metafora



Trasposizione, trasferimento, dal greco metapherein, "trasportare". Il termine indica in particolare il trasferimento di una parola o di un oggetto a un'altra parola o un altro oggetto, istituendo un rapporto di analogia. In questo trasferimento il termine stesso acquisisce un incremento o una variazione rispetto alla sua significazione originaria.
La metafora è studiata dalla psicologia analitica per la sua capacità di innescare deduzioni analogiche in chi ascolta. Attraverso l'adozione di una metafora in ambito psicologico, le parole vengono colte nella loro duttilità e nell'indefinita polisemia, e quindi nella loro capacità evocativa sul piano dell'immaginazione.

Quindi in una prima concezione la metafora indica il passaggio da un significato già dato a un altro che, altrove, risulta definito chiaramente. Per questa concezione, che è fatta risalire ad Aristotele, la metafora consiste nella sostituzione del senso dell'espressione (in pratica dal senso letterale a quello figurato).

Inoltre la metafora, che assimila due oggetti distanti tra loro, permette la creazione di un legame tra questi due oggetti. Ma ciò che la metafora produce non è esattamente una identificazione perché i due oggetti non perdono il loro significato letterale originario. Nell'operazione metaforica, che può essere costituita da una singola parola o da un'intera frase, si produce l'effetto di rendere interagenti i pensieri di due cose differenti. Con la metafora ci si distanzia dalle regole già date e ci si avvicina al luogo dell'interdetto alla critica dell'intelletto. Si lascia cioè la certezza e ci si avventura su un terreno inesplorato collocato tra i due oggetti.

Infine c'è nella metafora un effetto creativo. L'evento creato dalla metafora gioca coi significati, istituisce rapporti di vicinanza o di distanza e, rispetto alle relazioni già istituite, crea un ripensamento delle regole.



Bibliografia

Pieri, P. F., Dizionario junghiano, Bollati Boringhier, Torino 1998