zen
Estraneo alle speculazioni
filosofiche, lo Zen è la via verso l'illuminazione (satori) attraverso
il risveglio e l'istantaneità, e implica trovare "ciò che è" in modo
spontaneo, immediato e totale, attraverso un gesto che va oltre la
parola e il linguaggio.
Lo Zen non è insegnabile attraverso argomentazioni e discorsi ma solo
attraverso la relazione tra maestro e discepolo. L'illuminazione
cercata non accadrà se sarà cercata mediante il sapere. Essa non va
cercata ma trovata, e trovata lì dove veramente si trova.
Se l'illuminazione è scoperta di ciò che è, per giungervi non occorre
una filosofia già costituita ma una filosofia che punti direttamente al
fondo dell'uomo e della parola. Lo Zen guarda alla possibilità di
criticare ogni attrezzatura metodica della conoscenza, e partendo da
questo semplice assunto il maestro dovrà evitare ogni indicazione di
direzione e ricorrerà ad azioni sconcertanti e alla logica paradossale.
Tanto più la logica del maestro includerà le due direzioni opposte più
le sue azioni saranno disorientanti e nell'allievo vacilleranno la
certezza del mondo e l'orientamente di sé.
Bibliografia
Pieri, P. F., Dizionario junghiano, Bollati Boringhier, Torino 1998