Due forme di ignoranza
La prima forma di ignoranza
è tipica di colui che non sa ma è convinto di sapere. Essendo convinto
di sapere nulla fa per indagare, avvicinare i fenomeni, informarsi,
documentarsi. E', ahimé, una forma di ignoranza molto diffusa oggi dove
l'informazione superficiale e frammentata ci invade la percezione da
ogni lato. Questo tipo di ignorante non si è mai preoccupato di
approfondire le sue conoscenze, non conosce a quali complessità i
grandi pensatori del passato hanno portato la loro riflessione. Ignora
quelle profondità, e scambia per cultura e sapienza un caos
disarticolato di informazioni prese qui e lì. E' sinceramente convinto
di sapere e costituisce a partire da poche semplici nozioni un quadro
generale che nella migliore delle ipotesi è ampiamente deformato.
La seconda forma di
ignoranza è quella di chi sa ma è consapevole di non sapere nulla. E'
quella dubbiosa e intelligente del sapiente. Essa è l'ignoranza di chi
s'è dato anima e corpo al sapere, ha trascorso lunghi anni tra le
scritture, ha ampliato a dismisura l'ampiezza del suo orizzonte
intellettuale e così facendo ammette che non avrà mai il tempo e la
capacità di abbracciarlo tutto. E anche quel poco che conosce lo
conosce solo parzialmente e superficialmente, forse in forma vaga e
intuitiva. Questa ignoranza non si carica di presunzione, si esprime
con piccole espressioni (salvo poi farsi riconoscere in tutta la sua
bellezza, quando ne ha modo, in lunghe lezioni o dibattiti).
Mentre la prima usa proclami e non rinuncia a esprimere condanne, la seconda è molto cauta perché conosce quanto sia sciolosa la proda dell'apodittico e dell'inconfutabile.
La prima è rumorosa e tende a far parlare di sé. La seconda predilige i toni bassi e tende a passare inosservata.