eros
MITOLOGIA
Dio greco dell’amore (detto in latino Amor e Cupido). Ignoto a Omero,
figura da Esiodo in poi, dapprima come un dio della natura e come
potenza teogonica, senza genitori o nato dal Caos, o dalla Notte e dal
Giorno ecc., poi come dio dell’amore, figlio di Afrodite e Ares (o Zeus
o Ermete). Fu immaginato come un fanciullo o giovinetto alato, armato
d’arco e di faretra, piena di dardi infallibili che scaglia contro
uomini e dei, infiammandoli di passione amorosa. I poeti poi gli
diedero come compagni di giochi una folla di esseri simili, gli Eroti,
o Amorini. E. fu venerato come simbolo dell’amicizia e dell’amore fra
uomini e giovinetti specialmente nelle palestre. La sua figura appare
anche in opere di poeti e filosofi: basti ricordare il Simposio di
Platone e, nell’età alessandrina, la favola di Eros e Psiche (➔ Amore e
Psiche).
Prima venerato con simboli aniconici o fallici, E. fu raffigurato fin
dall’arcaismo nell’aspetto di un efebo alato. Tema prediletto degli
artisti greci del 4° sec. a.C., sono celebri le statue di Prassitele a
Tespie e a Pario, quella di Scopa a Megara e quella di Lisippo (E. con
l’arco), nota in più copie. Nell’arte ellenistico-romana E. spesso ha
un aspetto infantile e viene associato ad Afrodite o al corteggio
dionisiaco; talvolta è anche raffigurato da solo (E. dormiente) o in
gruppo con Psiche. Carattere particolare ha l’E. funerario (con
fiaccola rovesciata) che adorna tombe e sarcofagi. astronomia
Pianetino scoperto da M. Writt nel 1898. Si può avvicinare moltissimo
alla Terra (fino a 22 milioni di km), permettendo in tale maniera
ottime determinazioni della parallasse solare. Ha un raggio di 16 km e
presenta notevoli e periodiche variazioni di luminosità.
PSICOLOGIA
Dal nome del dio viene chiamato eros l’amore sessuale, con riferimento
alle concezioni che di esso ebbero gli antichi. In psicanalisi, gli
istinti dell’e. costituiscono, secondo S. Freud, uno dei due grandi
gruppi di istinti fondamentali e irriducibili dell’uomo (l’altro è
quello degli ‘istinti della morte’). La funzione degli istinti dell’e.
è quella di mantenere la vita. La sessualità è il loro aspetto più
tipico/">tipico e concreto, ancorché essi possano essere soggetti a
una grande varietà di distornamenti, spostamenti e sublimazioni.
L’energia dinamica degli istinti dell’e. è stata chiamata da Freud
libido.
Per erotismo si intendono gli sviluppi, le manifestazioni, sul piano
ideo-affettivo e su quello comportamentale, dell’istinto sessuale. Il
concetto di erotismo è più ristretto di quello di sessualità, perché
essenzialmente fa riferimento a quelle manifestazioni che anche nella
loro esteriorità, e non solo nella motivazione, denunciano un
significato amoroso.
Si dice erotizzazione l’inconsapevole riferimento di una iper-carica di
libido sessuale a un qualsiasi oggetto, parte del corpo o funzione
somatica, non avente, di per sé, particolare valore nella vita erotica
normale. In molte nevrosi, e specie nell’isteria di conversione, un
organo (braccio, gamba, naso) o una funzione (camminare, parlare,
scrivere) sono inconsciamente erotizzati e ne consegue una
pseudoparalisi o un’inibizione dell’organo o della funzione.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it