fantasma
Figura spettrale presente
nelle credenze superstiziose di tutti i popoli, spesso ritenuta tramite
fra il mondo dei vivi e il regno ultraterreno.
Nella psicologia aristotelica, l’immagine di una realtà sensibile e
individuale presente nella fantasia: come tale il f. contiene in
potenza l’intelligibile (ancora particolarizzato nell’individualità
dell’immagine), che viene smaterializzato e reso intelligibile in atto
dalla luce dell’intelletto agente.
In psichiatria, sequenza immaginaria di eventi o percezione scenica di
cose, o persone non presenti, in forme di illusione,
pseudoallucinazione o allucinazione; viene considerata espressione di
conflitti e desideri inconsci.
In psicanalisi, per f. (o fantasia) si intende una scena immaginaria
suscitata da componenti profonde del desiderio che non hanno trovato
sbocco o realizzazione nella vita concreta dell’individuo. Si
distinguono f. coscienti (sogni diurni, fantasticherie) e f. inconsci,
che emergono attraverso la terapia analitica apparendo come avvenimenti
reali. Secondo M. Klein i f. sono le rappresentazioni psichiche delle
pulsioni libidiche e distruttive, e costituiscono il contenuto primario
dei processi mentali inconsci.
F. originari Strutture fantasmatiche tipiche (scena originaria,
seduzione, castrazione ecc.) irriducibili alle contingenze del vissuto
individuale e quindi, secondo S. Freud, facenti parte di un patrimonio,
un tempo reale, che viene trasmesso ereditariamente ed è destinato a
ritornare attuale in ogni soggetto umano.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it