identificazione
PSICOLOGIA
Il processo psicologico per cui un individuo si considera uguale a un
altro, o tutt’uno con esso; le prime i. avvengono in età infantile e
riguardano i genitori, o loro aspetti anche parziali (il bambino cerca,
identificandosi, di appropriarsi di qualità degli adulti per
stabilizzare una relazione affettiva insicura) e danno luogo a
modificazioni dell’Io. Nella teorizzazione freudiana il processo di i.
è alla base del complesso edipico: il bambino vuole avere il padre (nel
linguaggio della fase orale, vuole ‘mangiarlo’) o vuole essere come il
padre. Nell’i. con la madre, con la paura dell’evirazione, va visto
l’inizio del dissolvimento di tale complesso. L’i. (come la rimozione)
appartiene a quei ‘meccanismi di difesa’, la cui applicazione trasforma
più incisivamente la personalità, divenendo tratto di carattere. Essa
può essere primaria (del bambino con i genitori) o regressiva (nei
conflitti pulsionali e in neurosi e psicosi); in questa eventualità può
essere totale (nello psicotico e nella formazione del Super-Io
nell’individuo sano) o parziale (isterica, da lutto, da innamoramento).
Grande è l’importanza che assume, nello sviluppo del bambino, l’i. con
i compagni di scuola di maggiore età, con gli insegnanti e anche con
gruppi e associazioni.
SCIENZE SOCIALI
Processo attraverso il quale un individuo si considera appartenente a
un’entità collettiva, con la conseguente assunzione, almeno parziale,
delle norme e dei valori in essa condivisi. In questo senso opposta
all’i. è l’individuazione.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it