il sogno e il mondo infero
Hillman percorre una sua via
nell'analisi dei sogni. Via che nasce da Freud (forse anche prima di
lui), segue Jung e che Hillman porta a compimento (almeno fino ad oggi).
Egli percorre a ritroso il ponte tracciato da Freud il famoso 4
novembre 1899 quando pubblicò il suo proverbiale "L'interpretazione dei
sogni": il sogno è la via regia per l'inconscio. Per Hillman non serve
estrapolare il sogno dal suo spazio e dalla sua terra ma siamo noi che
dobbiamo entrare nel suo mondo.
Freud considera i sogni contenuti da interpretare e ricondurre al mondo
diurno, immagini da spiegare, dipanare, riallineare sul piano logico e
rendere fruibili all'Io del sognatore. Freud percorre il ponte nella
direzione che va dal mondo inconscio al mondo conscio.
Jung vede nel sogno una forma di compensazione, uno strumento
attraverso il quale l'uomo riesce a rielaborare contenuti sospesi e
conflittuali. Il sogno riassesta ciò che durante la giornata viene
disequilibrato, spostato, acceso e necessita di una elaborazione. Le
persone che compaiono nel sogno sono figure della soggettività del
sognatore.
Per Hillman invece il sogno è compensato e completo in sé. Lo
psicoanalista americano considera il sogno una forma di digestione dei
contenuti diurni in contenuti dell'anima. Il sogno fa anima di ciò che
sperimentiamo nel mondo materiale. Per accostarsi al sogno bisogna
abbandonare (come dissero anche gli autori sopra menzionati) la morale,
lo spazio e il tempo, la logica come la intendiamo abitualmente. Nessun
contenuto del sogno va inteso letteralmente e concretisticamente. Le
persone che compaiono nel sogno non sono solo parti della personalità
del sognatore (mio nonno saggio è la saggezza della personalità del
sognatore) ma sono anche maschere all'interno del quale si nasconde un
noumen, un archetipo, un dio, una ninfa ossia una parte molto antica
della psiche collettiva. Questi archetipi si vestono, per apparirisci
in sogno, dei volti e delle sembianze delle persone a noi note ma la
loro origine è molto più antica e si perde, letteralmente, nella notte
dei tempi. Il sogno proviene da questo mondo, il mondo di Ade, il mondo
infero; esso è mosso da questi scenari di ombre e si attualizza a
seconda dei nostri vissuti e ricordi.
Per Hillman l'analisi del sogno non può essere esclusivamente
soggettiva (come per Jung) ma deve risalire, attraverso quella che lui
chiama amplificazione, all'archetipo da cui tutto principia, alla fonte
impersonale del mondo onirico.
Il sogno non necessita di nessuna interpretazione afferma Hillman, anzi
questa è una violenza che si fa al sogno. E' necessario restare
all'esperienza del sogno e seguirne le immagini. Il sogno è completo in
sé, è appagato per natura e ha significato in sé concluso. Non dobbiamo
portare il sogno nel mondo supero ma scendere noi nel mondo infero per
capire cosa esso mette in scena.