la creatività
Per essere creativi non basta essere abitati da un mondo di fantasia, dall'avere una ricca immaginazione. La creatività è fattiva, concreta, comunicativa. La creatività si esprime, si esplica nel mondo, si manifesta, si sfoggia perfino.
Per essere creativi, quindi, è necessario divenire in una certa misura anticonvenzionali. L'uomo creativo lo è nella società, e il suo stesso essere si pone in libertà rispetto le abitudini, le norme, i non detti di una comunità.
Scopo della creatività non è esprimere questa diversità, ma ne è una logica e quasi inevitabile conseguenza.
Ma veniamo al punto. Stante
queste premesse per essere creativi è necessaria una certa dose di
autostima, di forza dell'Io, di tenuta rispetto l'omologazione che da
ogni lato la società impone. Il creativo non è solo colui che dipinge
un quadro o scrive una poesia ma è colui che fa scelte creative. Cioè
scelte determinate esclusivamente dal suo mondo interiore, dalla sua
personale percezione delle cose, dalle sue intuizioni. Egli di fatto
lascia la via tracciata dalla cultura in cui è nato e segue un sentiero
che lo porterà da qualche o forse in nessun luogo.
Creativi non lo si fa, lo si è. E se lo si è, lo si è in ogni aspetto della vita e in ogni forma di pensiero. L'originalità è la via dell'individuazione junghiana, cioè della ricerca del proprio stile, della propria profonda natura.
E torno a dire. Per avviare
la ricerca dell'individuazione è necessario un certo attrito col
pensiero comune collettivo. E bisogna saperlo sostenere, altrimenti se
ne viene schiacciati, a scapito della propria creatività e della propria felicità.