limiti veri e limiti
immaginari
Per come la vedo io non conta quanti e quali siano i limiti che si frappongono tra noi e ciò che desideriamo. La partita si gioca fino lì. Ma fino a lì si può giocare. Forse lo spazio di manovra non è tantissimo, però c'è. Ed è l'unica cosa che abbiamo. E dovremmo ragionare e riflettere solo su questo spazio invece che recriminare e lamentarci su tutto ciò che ci è impedito di fare (clientelismo, corruzione, inefficienza, pigrizia ecc.). Senza considerare il fatto psicologicamente rilevante che molto di quelli che consideriamo "limiti invalicabili" sono in realtà nostre personali paure.
La partita si gioca lì dove ce la possiamo giocare. Il pessimisma non
conosce i limiti del campo da gioco e non conosce le regole del gioco.
Si lamenta a prescindere, si lamenta a priori e per abitudine.
Quello che accade alle nostre vite può certamente essere l'effetto della sfortuna e dell'ingiustizia. Ma non è detto. Sapete voi distinguere le due cose? Inoltre sapete voi distinguere tra le sfortune reali e non controllabili e le sfortune "indotte" da atteggiamenti e comportamenti inconsci?
Riassumendo: esiste la
sfortuna reale, la sfortuna indotta e lo spazio di manovra. Alla prima
non si può fare nulla, va accettata (la malattia, la morte, la guerra
ecc); la seconda si cura modificando il nostro approccio alle cose (ad
esempio in psicoterapia); il terzo è lo spazio dove ogni giorno,
organizzando le nostre esistenze, possiamo essere fattivi ed efficaci.
E' lo spazio di realizzazione che ci è concesso, è la strada che
possiamo percorrere da quando siamo giovani a quando siamo vecchi, è la
nostra motivazione e fiducia, la bontà del nostro lavoro e la qualità
dei rapporti che instauriamo col prossimo, di qualsiasi genere. Questo
spazio non sarà molto ampio ma esiste e, ripeto, è l'unico di cui
dovremmo occuparci. E' lo spazio in cui si colloca la nostra libertà e
la nostra responsabilità. E' lo spazio in cui ciò che siamo può
emergere. Se sei uno scrittore, un pittore, un ballerino è in questo
spazio che puoi realizzare il tuo sogno. E il fatto che qui e lì ci
siano dei raccomandati, dei favoriti, dei privilegiati non toglie nulla
al tuo spazio di manovra. E il fatto che, ad esempio, il tuo
manoscritto sia stato rifiutato dall'editore, non significa che lo
spazio non esista. Potrebbe semplicemente significare che il
manoscritto non era interessante e che il giudizio negativo da te
ricevuto era corretto: questo ti permette di scrivere meglio nel tuo
spazio di manovra e veder raggiunto il tuo scopo.
Purtroppo molte persone sono inchiodate nel misurare l'area, il peso e la forma della prima sfortuna, quella reale, convincendosi che oltre a quella non vi è altro, che il mondo è un luogo ingiusto, un covo di vipere in cui il talento non verrà mai riconosciuto. Chi ha una siffatta credenza la realizza e la proietta all'esterno.