manicomio
Istituto destinato in
passato al ricovero e alla segregazione dei malati di mente. Il primo
m. fu fondato dal medico francese P. Pinel (1745-1826) nel 1793,
liberando i folli dalle prigioni in base al principio che il malato di
mente non può essere equiparato al delinquente. Tuttavia per lungo
tempo il m. rimase un luogo di internamento coatto anziché un centro di
terapia e di riabilitazione attiva. Solo a partire dagli anni Cinquanta
del 20° sec. l'affermazione di una nuova concezione della psichiatria
portò all'abolizione dell'istituto manicomiale in molti paesi. In
Italia l'esperienza di F. Basaglia sfociò nell'approvazione di una
legge (l. 13 maggio 1978 n. 180) che stabiliva tra l'altro l'abolizione
del m. e la creazione di nuove strutture intermedie dislocate nel
territorio, i centri di salute mentale (con funzione di consulenza,
programmazione delle terapie, informazione e assistenza), imponeva di
effettuare i ricoveri volontari o obbligatori solo negli ospedali
generali (in costituendi Dipartimenti di salute mentale) e affermava il
principio di 'continuità terapeutica', con équipe incaricate di seguire
il malato prima, durante e dopo eventuali ricoveri.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it