meccanica quantistica
Teoria fisica che descrive
in termini di probabilità statistica il comportamento dei sistemi di
dimensioni atomiche o subatomiche (elettroni, nuclei, atomi, molecole
ecc.) per i quali non sono verificate le leggi della meccanica classica
e dell'elettromagnetismo. Un collegamento tra descrizione classica e
quantistica è offerto dal principio di corrispondenza (→
corrispondenza, principio di) introdotto da N.H.D. Bohr.
ASPETTI FONDAMENTALI
Elementi distintivi della teoria sono la discontinuità nella variazione
delle grandezze fisiche (→ quantizzazione), la capacità di interpretare
fenomeni che abbiano sia carattere ondulatorio sia carattere
corpuscolare (→ complementarità, principio di), l'influenza dei
procedimenti di misura sui valori delle misurazioni effettuate e
l'impossibilità di determinare con precisione arbitraria grandezze tra
loro coniugate come posizione e velocità (→ indeterminazione, principio
di). La m.q. ha consentito una soddisfacente interpretazione di vari
dati sperimentali, quali la diffrazione degli elettroni, gli spettri
atomici, l'effetto fotoelettrico, l'effetto Compton ecc., e ha permesso
di spiegare fenomeni macroscopici come la condensazione di
Bose-Einstein, la superconduttività, la superfluidità.
MECCANICA ONDULATORIA E MECCANICA DELLE MATRICI
La m.q. è sorta quasi contemporaneamente sotto due forme in apparenza
molto diverse poi rivelatesi equivalenti: la meccanica
ondulatoria di E. Schrödinger (1926) e la meccanica delle
matrici di W.K. Heisenberg (1925). La meccanica ondulatoria si
basa sull'intuizione di L.-V. de Broglie (1924) di associare a ogni
particella un'onda ed è stata sviluppata in maniera sistematica da
Schrödinger. La teoria si propone di determinare la probabilità che una
particella si trovi in un dato istante in un elemento di volume, e per
il calcolo di questa probabilità introduce una funzione, in genere
complessa, ψ (x, y, z, t ), detta funzione d'onda. Il modulo quadro
della funzione d'onda ∣ψ (x, y, z, t )∣2 moltiplicato per l'elemento di
volume dà la probabilità (secondo l'interpretazione di M. Born) che la
particella si trovi all'istante t in un intorno del punto di coordinate
x, y, z. Se E è l'energia totale della particella, ψ può
essere posta nella forma
ψ =u (x, y, z )−2πiνt
con ν =E/h; ψ deve soddisfare l'equazione di Schrödinger, dove
U è l'energia potenziale del campo di forza che agisce sulla
particella. Nella formulazione della m.q., dovuta principalmente a
Heisenberg (1925) e nota come meccanica delle matrici, a ogni grandezza
fisica corrisponde una matrice i cui elementi sono numeri collegati a
quantità direttamente osservabili e le ordinarie relazioni algebriche
fra grandezze fisiche si traducono in relazioni tra le matrici
corrispondenti.
SVILUPPI SUCCESSIVI
A P.A.M. Dirac (1928) si devono i primi sviluppi di un formalismo in
grado di coniugare m.q. e teoria della relatività ristretta (m.q.
relativistica). In questo approccio, possono essere ricavate proprietà
quali il momento angolare intrinseco (spin) dell'elettrone, il suo
momento magnetico e l'esistenza dell'antimateria (→ positrone). Nella
formulazione attuale della m.q. ogni stato del sistema viene
rappresentato mediante un vettore appartenente a un opportuno spazio
vettoriale astratto e ogni variabile dinamica è descritta come un
operatore di stato definito sullo spazio. L'evoluzione temporale del
sistema è affrontata considerando fissati i vettori e variabili gli
operatori o viceversa, a seconda dell'approccio (rispettiv. di
Heisenberg o Schrödinger) scelto.
LA MISURA IN MECCANICA QUANTISTICA
Uno degli aspetti più delicati della m.q. è rappresentato
dall'operazione di misura. Assegnata una variabile dinamica A si
otterrà un ben determinato risultato a dalla sua misura solo se il
vettore di stato che descrive il sistema verifica la condizione Aψ =aψ.
In tal caso ψ è un autostato di A e a è il corrispondente
autovalore. Se il vettore di stato non soddisfa la precedente equazione
per la variabile dinamica si può solo assegnare la probabilità di
ottenere il risultato a effettuando la misura. Il carattere
intrinsecamente probabilistico della m.q. ha trovato in A. Einstein un
tenace avversario e ancor oggi i problemi sollevati dalla misura in
m.q. rappresentano uno degli aspetti più controversi della teoria.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it