omosessualità
Tendenza a rivolgere
l’interesse libidico verso persone del proprio sesso, che può essere
presente in forme e gradi diversi, ora latente e inconsapevole, ora
manifesta e più o meno inibita o realizzata come pratica erotica.
In passato venivano utilizzati come sinonimi di o. termini – come
inversione, pederastia, neofilia, uranismo, pedofilia, sodomia,
androginia, transessualismo, travestitismo, ermafroditismo – che
designano fenomeni e comportamenti differenti. Nel linguaggio comune,
il termine omosessuale viene spesso sostituito da espressioni come gay
o, nei paesi di lingua anglosassone, queer, che si riferiscono
piuttosto a un’identità socio-politica e a uno stile di vita peculiare
di alcuni individui omosessuali.
1. Interpretazioni
Gli studi di sessuologia riportano l’o. al concetto di identità
sessuale, nell’ambito della quale sono distinguibili quattro
componenti: il sesso biologico, l’identità di genere, l’orientamento
sessuale e il ruolo sessuale sociale. L’o. riguarda solo la dimensione
dell’orientamento sessuale: omosessuale, infatti, è colui che si sente
eroticamente attratto da persone del suo stesso sesso. Analogamente, il
termine omofilia fa riferimento all’attrazione affettivo-psicologica
fra individui dello stesso sesso.
Nell’indagare le cause dell’o. si sono configurate in letteratura due
scuole di pensiero contrapposte: l’una organicistica, che si rifà al
sesso dell’individuo nella sua dimensione biologico-genetica; l’altra
comportamentistica, incentrata sugli aspetti educativi e socioculturali
che incidono sull’assunzione di ruoli legati al genere maschio/femmina.
Tali approcci si classificano all’interno di due grandi orientamenti
teorici, che stanno a fondamento delle differenti prospettive di
analisi della sessuologia moderna nell’interpretazione dell’o.: la
prospettiva essenzialista e la prospettiva costruttivista. La prima
individua alla base dell’o. fattori biologici o filogenetici, ossia
elementi oggettivi e costituzionali dell’orientamento sessuale. La
seconda, invece, considera l’o. – e la sessualità in genere – come un
prodotto di categorie storiche e culturali, espressione dei costumi
sessuali più o meno diffusi in una popolazione in un dato momento
storico. Tale approccio relativistico nega che vi possa essere un
orientamento sessuale di genere – intrinseco alla persona sessuata,
uomo e donna – e considera quest’ultimo piuttosto come il frutto
dell’educazione o di fattori socioculturali.
Per l’essenzialismo, l’orientamento sessuale avrebbe origine,
deterministicamente, da fattori biologici intrinseci: in tal senso, le
ipotesi formulate nel tempo dai ricercatori – mai confermate dalla
letteratura scientifica – vanno dalle differenze tra le caratteristiche
anatomiche del cervello di omosessuali ed eterosessuali, alla presenza
di un ‘gene’ dell’omosessualità.
Per l’approccio costruttivista, invece, l’o. è una sovrastruttura
derivante dall’interazione del soggetto con l’ambiente e dalla
definizione culturale delle categorie relative alla sessualità. In tal
senso, l’o. è attribuita a influenze familiari in età precoce,
caratterizzate, per lo più, da figura materna dominante e possessiva e
padre debole e assente. Non pochi, tuttavia, sono gli omosessuali che
provengono da ambienti familiari non particolari, come, d’altra parte,
molti sono gli eterosessuali con storie familiari simili a quelle
considerate tipiche per gli omosessuali. Questa lettura non sembra
pertanto del tutto adeguata e sempre più spesso si invoca una
molteplicità di fattori, psicodinamici, socioculturali, biologici e
costituzionali.
Più recenti studi, escludendo la possibilità che la differenziazione
dell’orientamento sessuale possa dipendere esclusivamente da fattori
biologici o genetici, sottolineano la natura eterogenea della
formazione di una direzione stabile e prevalente dell’attrazione
affettiva e/o sessuale, alla cui determinazione contribuiscono in modo
significativo le influenze dell’ambiente familiare e socioculturale.
2. Il lesbismo
Nelle donne omosessuali il comportamento psicosociale poco differisce
da quello delle eterosessuali e raro è il comportamento pseudomascolino
nello stile di vita; in genere si tende a conformare le proprie
esperienze a quelle dei modelli eterosessuali, con una partner
dominante, maschile (butch), e un surrogato della moglie, con frequente
scambio di ruoli. In quasi tutte le società si è relativamente
indifferenti verso il lesbismo; anche nelle società in cui esistono
leggi contro l’o., il lesbismo viene punito di rado; tuttavia è molto
diffuso il timore della discriminazione sociale. Le cause sono ancora
quasi del tutto da chiarire. Rare le esperienze sessuali specifiche che
portano al comportamento lesbico (teoria della seduzione). Si adducono
ipotetiche insoddisfacenti condizioni ambientali; i risultati delle più
recenti indagini biologiche non hanno condotto a risultati di rilievo.
3. Modelli antropologici
In antropologia,si è soliti distinguere tra un’o. privata e un’o.
rituale. Gli atteggiamenti verso l’o. privata variano dalla repressione
alla più ampia tolleranza, e talvolta agli omosessuali sono attribuiti
speciali qualità e poteri. L’o. rituale viene spesso praticata
all’interno di riti di iniziazione, dove richiama comportamenti
compiuti da esseri mitici; altre volte è riservata ai detentori del
potere e, come l’incesto rituale, ne segnala la natura straordinaria e
soprannaturale.
4. Status sociale
Nel passato l’o. è spesso stata associata, a causa di pregiudizi
religiosi, sociali, etici o scientifici, alle nozioni di peccato,
malattia, degenerazione morale. In particolare nell’Ottocento si
affermò una tendenza a disapprovare e punire l’o. in base a
un’identificazione tra sessualità e rapporti eterosessuali riproduttivi
‘naturali’, che portava a considerare ‘innaturali’ o ‘anormali’ tutti
gli altri comportamenti sessuali. Solo nella seconda metà del 20° sec.
è stata messa in crisi la tesi sulla natura patologica dell’o.: per
es., nel 1972 l’American psychiatric association ha stabilito di
escludere l’o. dall’elenco delle patologie.
Nonostante persista ancora una diffusa riprovazione (per lo più morale
e religiosa) del comportamento omosessuale, l’atteggiamento prevalente
nelle società occidentali va sempre più orientandosi verso la
tolleranza. Ciò si deve anche alla formazione, almeno a partire dagli
anni 1970 (innanzitutto negli USA), di gruppi di omosessuali militanti
che protestavano contro la repressione del loro diritto a praticare
l’o. come normale stile di vita.
Vari paesi (ad es., Belgio, Norvegia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo,
Islanda, Svezia, Regno Unito, Germania, Irlanda, Italia, Canada,
Argentina, Messico, Sudafrica) e dal 2015 tutti gli Stati degli USA
hanno legalizzato le unioni tra partner dello stesso sesso e altri
hanno riconosciuto alle coppie omosessuali il diritto di adozione (per
es. il Belgio e la Germania).
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it