oppio
Succo condensato (detto
anche meconio) ottenuto per incisione delle capsule di Papaver
somniferum, pianta erbacea originaria dell’Asia Minore e coltivata in
India, Cina, Giappone, Afghanistan, Macedonia, Bulgaria, Turchia, Iran
ed Egitto.
La sua composizione è molto complessa e piuttosto varia. Solitamente
contiene per circa un quarto un gran numero (25 ca.) di alcaloidi
(morfina 10-12%, codeina 0,2-0,8%, noscapina/">noscapina 5-6%,
tebaina 0,2-0,3%, papaverina 0,1-1%, laudanosina ecc.); il rimanente è
costituito da acido meconico, resine, gomme, zuccheri, sostanze
pectiche, albuminoidi, acqua e sostanze minerali.
1. Preparazione
La raccolta dell’o. si fa incidendo le capsule immature, cioè ancora
verdi, con coltelli speciali; l’incisione deve essere fatta in modo da
tagliare la parete del frutto non completamente, poiché altrimenti una
parte del latice si perderebbe sulle pareti interne della capsula; il
latice, che sgorga bianco, si rapprende all’aria e imbrunisce, formando
le lacrime di o.; il giorno successivo si raschiano le lacrime e si
riuniscono in masse tondeggianti (pani di o.), generalmente grosse come
un pugno. Da un ettaro coltivato a papavero si ottengono da 6 a 16 kg
di oppio.
I pani di o. hanno color bruno chiaro, rammolliscono al calore della
mano e sono dotati di sapore acre, amaro e di odore forte. Osservati
con una lente appaiono costituiti da piccoli granuli agglutinati,
intersecati da strie grigiastre molto fini e da placche grigio-brune
più o meno numerose; tali granuli sono costituiti dal latice ispessito
del papavero.
L’o. viene messo in commercio in pani da 200-300 g, generalmente
avvolti in foglie di papavero e spesso cosparsi di frutti di Rumex o
avvolti in fogli di carta colorata. Il suo valore commerciale dipende
dal contenuto in alcaloidi e soprattutto in morfina; mentre i pani di
o. del commercio contengono quantità variabili di morfina che, a
seconda delle varietà commerciali, possono oscillare tra il 3 e il 25%,
l’o. officinale (quello cioè preparato per l’impiego farmaceutico) deve
rispondere ai precisi requisiti stabiliti dalle diverse farmacopee. Per
quanto riguarda l’Italia, la farmacopea ufficiale stabilisce che l’o.
deve contenere non meno del 10% di morfina anidra calcolata sulla droga
essiccata a 100-105 °C. Invece, la polvere titolata di o., costituita
da o. essiccato a 55-60 °C e polverizzato, deve contenere non meno del
9,5% e non più del 10,5% di morfina anidra calcolata sulla droga
essiccata a 100-105 °C. Se necessario, questo titolo può essere
ottenuto anche per aggiunta di lattosio o di polvere di o. a titolo
inferiore. L’o. può essere sofisticato con parti della pianta del
papavero, con aloe, con polpa di frutta disseccata ecc.
L’o. viene spesso commercializzato sotto varie forme: o. deodorizzato o
o. denarcotizzato, o. in polvere privato del suo odore e delle sostanze
capaci di provocare nausea; o. granulato, o. essiccato, ridotto in
granuli e diluito con lattosio o amido; o. in polvere, polvere fine
ottenuta macinando l’o. essiccato e mescolato a sostanze inerti
(lattosio, amido ecc.).
Dal papavero da o. si ottengono anche i semi (12-15 kg per ha), che si
raccolgono quando le capsule sono ben mature, cioè bene ingiallite:
essi sono usati come condimento e nella preparazione di dolci (Austria,
Ungheria, paesi balcanici) e per l’estrazione di un olio alimentare
(40-50%). Nella medicina popolare si usano anche le capsule mature,
secche, dette teste di papavero. Cera di o. Cera che riveste la capsula
dei papaveri; sostanza bianco-giallastra, poco solubile in alcol e in
cloroformio, costituita dall’estere dell’acido cerotico,
C26H53COOC26H53.
2. Proprietà farmaceutiche
Per l’alto tenore di alcaloidi, l’o. esercita, a dosi terapeutiche,
azione antispastica, analgesica, ipnotica e sedativa sui centri
respiratori e della tosse. Per quanto esso sia usato, solo o associato
ad altri farmaci, in varie preparazioni (o. in polvere, laudano del
Sydenham, polvere del Dower ecc.), nella maggior parte delle sue
indicazioni esso è stato sostituito dalla morfina. A dosi eccessive
provoca disturbi di entità variabile, che possono compromettere le
funzioni cardio-circolatoria, respiratoria, nervosa, fino a provocare
il coma e la morte. Il trattamento dell’intossicazione da o. richiede
la lavanda gastrica, la somministrazione di analettici, eccitanti
nervini, diuretici ecc.
L’uso dell’o. come droga, sviluppatosi in tempi antichi nell’Asia
occidentale e in Europa, si propagò attraverso la Persia e l’India
nella Cina verso la fine del 15° sec., divenendo una delle più gravi
piaghe sociali. L’o. viene ingerito o fumato, per la sua azione
sull’attività cerebrale. Gli effetti dell’inalazione dei fumi sono
sostanzialmente quelli dell’intossicazione morfinica: senso di
leggerezza, di smaterializzazione fisica, fervida fantasticheria con
grande vivacità di evocazioni e rappresentazioni mentali, sia
spontanee, sia intenzionali, ma senza allucinazioni vere e proprie.
L’intossicazione cronica porta alla progressiva decadenza del fisico e
della psiche.
Le sostanze o preparazioni farmaceutiche contenenti o. o suoi derivati
sono dette oppiacei. Significato più vasto ha il termine oppioide, che
designa una sostanza avente un effetto analgesico e stupefacente simile
a quello della morfina. Gli oppioidi possono essere di origine
naturale, semisintetica o sintetica. Come oppioidi sono designate anche
alcune sostanze chimicamente simili alla morfina ma ad azione
antagonista, e i neurormoni, secreti dai neuroni, aventi un’azione
regolatrice sulla soglia del dolore; queste ultime sostanze di natura
proteica costituiscono un campo di grande interesse neurofisiologico
per lo studio delle neuroregolazioni e della modulazione delle
esperienze sensitive e affettive (➔ endorfina).
GUERRA DELL’O.Conflitto che impegnò Gran Bretagna e Cina tra il 1839 e
il 1842. In considerazione dei danni sociali dell’o., importato
dall’India dai commercianti inglesi, la Cina ricorse a un atto di
forza, gettandone in mare 20.000 casse. La Gran Bretagna dichiarò
guerra e occupò Canton, poi l’isola di Chushan. Con la pace di Nanchino
i Cinesi s’impegnarono a versare un indennizzo per l’o. distrutto,
aprirono cinque porti al commercio inglese e cedettero alla Gran
Bretagna Hong Kong.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it