Qualcosa di ineffabile



A ogni esperienza del mondo supero corrisponde una esperienza nel mondo infero. C'è una traccia, qualcosa di ineffabile, di inesprimibile, che segue come un filo ogni cosa che facciamo. Questa cosa si chiama anima.

Essa ha il suo linguaggio, i suoi tempi, le sue priorità. Non è riconducibile alla realtà per come la conosciamo attraverso l'Io. L'anima è più antica dell'Io, stabilisce rapporti di ordine diverso col mondo materiale e naturale che ci circonda. Facciamo fatica a comprenderla e anche solo ad accettare che esista.

Ce lo ricordano il corpo e i nostri inspiegabili malesseri. Per fortuna, verrebbe da dire, che ci sono i sintomi.

Maggiore è la distanza che l'Io stabilisce con l'anima e maggiore è la nevrosi.

Siamo animati da qualcosa di lento e profondo, di sensibile, di pulsante come un cuore. Siamo più profondamente e ci rappresenta meglio questa cosa chiamata anima che tutto quello che pensiamo di essere quando siamo svegli e lucidi.

E' nelle viscere, nelle pieghe, nell'ombra che prende corpo la vera questione, che si nasconde la nostra storia. E la vera storia, al di là dei tecnicismi cognitivisti, è la storia del nostro affrancamento, della integrazione delle parti scisse della personalità, della individuazione.

L'anima non accetta compromessi. Siamo noi a doverci sforzare di comprenderla. Essa è troppo antica e sapiente per mutare il suo magnifico linguaggio di sogni e di immagini in volgari termini del nostro mondo tecnologico. Siamo noi a dover chinare il capo, ad accettare la sua necessità, a renderci conto che è lei che guida silenziosamente le scelte della nostra vita.

L'anima è lo scacco del nostro orgoglio.