razzismo
Concezione fondata sul
presupposto che esistano razze umane biologicamente e storicamente
superiori ad altre razze. È alla base di una prassi politica volta, con
discriminazioni e persecuzioni, a garantire la 'purezza' e il
predominio della 'razza superiore'.
RAZZISMO - APPROFONDIMENTO di Sergio Parmentola
In senso stretto, il razzismo, come teoria della divisione biologica
dell'umanità in razze superiori e inferiori, è un fenomeno
relativamente recente. È antichissima, invece, la tendenza a
discriminare i 'diversi' (nazioni, culture, classi sociali inferiori),
e la principale funzione del razzismo, in tutte le varianti, fu sempre
di giustificare qualche forma di discriminazione o
oppressione.Xenofobia ed etnocentrismo in età antica e modernaFin
dall'antichità molti popoli o gruppi sociali tesero a chiudersi agli
altri, escludendo o discriminando i diversi, con un atteggiamento che
si può definire xenofobo o etnocentrico più che razzista in senso
proprio, per la mancanza di un esplicito riferimento a una superiorità
biologica: i fondamenti della propria presunta superiorità erano
linguistici, culturali, religiosi. Greci e romani definivano 'barbari'
i popoli che non parlavano la loro lingua (bar-bar indicava
onomatopeicamente il loro balbettio incomprensibile); l'Europa
cristiana perseguitò e ghettizzò per secoli gli ebrei, accusati
dell'uccisione di Cristo. Una prima forma di razzismo biologico si
presentò dopo la scoperta dell'America, per giustificare lo
sfruttamento schiavistico di indios e africani deportati: nel 16° sec.
J. Ginés de Sepúlveda distingueva gli uomini (spagnoli) dagli homunculi
(indios), simili all'uomo, ma in realtà inferiori e bestiali.Il
razzismo nell'età contemporaneaLa prima teoria 'scientifica' della
differenziazione biologica dell'umanità in razze fu la classificazione
in base al colore della pelle operata da C. Linneo nel 1735. Il testo
che diede un impulso decisivo alla diffusione delle idee razziste fu il
Saggio sull'ineguaglianza delle razze umane (1853-55) di J.-A. de
Gobineau, che sostenne la superiorità biologica e spirituale della
razza ariana germanica. Per H.S. Chamberlain (I fondamenti del 19°
secolo, 1900) la storia era un'eterna lotta tra ariani, razza
spiritualmente nobile, ed ebrei, ignobili e meschini. L'antiebraismo
religioso si era trasformato in antisemitismo razzista, diffuso in gran
parte d'Europa, dalla Russia dei pogrom alla Francia dell'affaire
Dreyfus. Anche l'evoluzionismo di C. Darwin fu strumentalizzato per
cercare di avvalorare le tesi razziste sostenendo che il dominio
imperialistico sul mondo dimostrerebbe la superiorità biologica della
razza bianca, più adatta ad affrontare la lotta per la vita e la
selezione naturale. Inoltre, furono condotte misurazioni
antropometriche che avrebbero dovuto rivelare la maggior intelligenza,
vitalità e moralità della razza bianca e furono avanzate teorie
eugenetiche che invitavano a preservare i caratteri migliori della
razza impedendo il meticciato e la riproduzione degli individui
peggiori. C. Lombroso, infine, sostenne che gli italiani meridionali
sono biologicamente più predisposti alla delinquenza dei settentrionali.
Negli Stati Uniti, nonostante l'abolizione della schiavitù (1865), i
neri continuarono a essere discriminati, nonché perseguitati dal
terrorismo del Ku-Klux-Klan, fino al 1964, quando un'ondata di
manifestazioni antirazziste ottenne il divieto di ogni legge
discriminatoria. Ciononostante l'emarginazione sociale, dei neri come
degli ispanici, non è ancora del tutto scomparsa.
L'espressione più tragica del razzismo si ebbe nella Germania nazista
(1933-45). A. Hitler, che con A. Rosenberg (Il mito del 20° secolo,
1930) riprese le idee di Chamberlain, cercò di realizzare la supremazia
della razza ariana riducendo in schiavitù gli slavi ed eliminando gli
ebrei, considerati "subumani". La "soluzione finale", decisa durante la
Seconda guerra mondiale, portò allo sterminio nei Lager di 6 milioni di
ebrei. Anche l'Italia fascista adottò leggi razziali (1938) e contribuì
alla deportazione nei Lager degli ebrei italiani. Il nazismo praticò
anche l'eugenetica, sterilizzando o eliminando i malati di mente. Nel
dopoguerra, la decolonizzazione liberò molti popoli dall'oppressione
coloniale, ma non impedì l'affermazione di regimi segregazionisti, come
l'apartheid in Sudafrica, dove la minoranza bianca costrinse la
maggioranza nera a vivere segregata nei bantustan. La condanna dell'onu
e dell'opinione pubblica mondiale e le battaglie dell'African national
congress di N. Mandela portarono all'abolizione dell'apartheid (1990),
ma nel mondo continuano a verificarsi situazioni di discriminazione o
emarginazione, come quelle degli aborigeni in Oceania o degli indios
nel Chiapas messicano. In Europa e in Italia rigurgiti di razzismo si
sono ripresentati a fine secolo con le massicce immigrazioni dai paesi
più poveri, nonostante gli immigrati costituiscano una risorsa preziosa
per il Vecchio Continente. Ha provocato orrore la ripresa negli anni
Novanta di pratiche di pulizia etnica, che si speravano scomparse con
la fine del nazismo, nella ex Iugoslavia che hanno coinvolto serbi,
croati e albanesi del Kosovo. Massacri provocati da conflitti etnici si
sono verificati anche in altri continenti, come tra gli hutu e i tutsi
in Ruanda (1994).L'infondatezza del razzismoI più recenti studi di
genetica (L. Cavalli Sforza) dimostrano che le differenze tra le razze
sono minime, inferiori a quelle tra gli individui di una stessa razza,
e soprattutto che l'intelligenza è uguale in tutte le razze. L'umanità
deriva da un unico ceppo che dall'Africa si diffuse nei vari
continenti, rafforzando in ogni ambiente i caratteri più adatti e
dividendosi pertanto in tipi differenti. L'ONU condannò il razzismo con
la Dichiarazione sulla razza dell'UNESCO (1950) e con una Convenzione
del 1965 che definì discriminazione razziale ogni differenza,
esclusione e restrizione dalla parità dei diritti in base a razza,
colore della pelle e origini nazionali ed etniche. Nel 2000 il 21 marzo
fu proclamato giornata mondiale contro il razzismo, in memoria
dell'eccidio di 69 neri nel 1960 a Sharpeville (Sudafrica).
Organizzazioni umanitarie non governative, come SOS Razzismo, nata in
Francia ma operante in tutto il mondo, anche in Italia (dal 1989), si
battono per sconfiggere il razzismo e ogni forma di discriminazione. Da
anni l'Unione Europea invita con direttive gli Stati membri a dotarsi
di leggi antidiscriminazione.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it