spermatozoo
In biologia, la cellula
sessuale maschile matura (detta anche spermio) con cui tutte le specie
provvedono, eccettuati i casi di partenogenesi, alla riproduzione
sessuale mediante il processo di fecondazione dell’uovo. Scoperti nel
1677 da J. Ham, un allievo di A. van Leeuwenhoek, e battezzati con il
nome di animalcula, gli s., sebbene di forma, dimensioni e struttura
varie nelle diverse specie animali, presentano un piano
d’organizzazione comune. Nella maggior parte dei casi (tipicamente nei
Vertebrati e in molti Invertebrati) sono cellule flagellate e molto
mobili; sono anche generalmente le cellule più piccole dell’organismo,
contrariamente alle cellule uovo che sono quelle di maggiori
dimensioni. Lo s. assolve a due funzioni principali: unisce il suo
corredo aploide di geni a quello dell’uovo per la riproduzione sessuata
e dà il via al programma di sviluppo della cellula uovo.
Lo s. umano, così come quello di altri Vertebrati, è formato da due
regioni morfologicamente e funzionalmente distinte, racchiuse da
un’unica membrana plasmatica: la testa, che contiene un nucleo aploide,
e la coda, che fornisce allo s. la motilità necessaria per raggiungere
la cellula uovo e lo aiuta a perforarne il rivestimento. La testa dello
s. umano ha il diametro di 4-5 μm; la coda è lunga circa 50 μm. In
alcuni Anfibi raggiunge i 200-300 μm; lo s. del discoglosso è lungo 2
mm. Nella testa dello s., nel nucleo, il DNA è inattivo, estremamente
addensato e spesso non legato agli istoni ma a proteine di struttura
più semplice, dotate di forte carica positiva (➔ protammine). Aderente
all’estremità anteriore del nucleo, si trova una speciale vescicola di
secrezione, detta vescicola acrosomiale, in cui sono presenti enzimi
idrolitici che permettono allo s. di attraversare il rivestimento
esterno dell’uovo. Al momento del contatto con l’uovo il contenuto
della vescicola viene rilasciato con un processo di esocitosi, detto
reazione acrosomiale. La coda mobile di uno s. umano è costituita da un
lungo flagello, il cui assonema centrale origina da una piastra basale
situata subito dietro il nucleo. L’assonema è formato da due
microtubuli centrali separati e circondati da nove coppie di
microtubuli regolarmente spaziati. Il movimento dei flagelli è
provocato dallo scorrimento dei microtubuli e l’energia necessaria per
il processo è data dall’idrolisi dell’ATP, molecola prodotta a livello
dei numerosi mitocondri fusi tra loro in forma di spirale nella parte
anteriore della coda dello s., detta tratto intermedio.
Il processo che conduce alla formazione degli s. attraverso diversi
stadi di differenziazione delle cellule sessuali è la spermatogenesi.
Il primo elemento differenziato della spermatogenesi è lo spermatogonio
che si origina dal protogonio per moltiplicazione. Dallo spermatogonio
deriva lo spermatocito primario, che in seguito alla prima divisione
meiotica, dà origine allo spermatocito secondario. Da quest’ultimo, con
la seconda divisione meiotica, origina lo spermatidio da cui si forma
lo s. maturo, attraverso un processo di trasformazione chiamato
spermiogenesi, durante il quale si differenziano strutture specifiche
quali il flagello e l’acrosoma. Nel maschio della specie umana la
spermatogenesi inizia alla pubertà e procede con continuità a livello
della parete epiteliale di dotti molto lunghi e aggomitolati che si
trovano nel testicolo, i tubuli seminiferi. Nel testicolo si trovano
anche le cellule che secernono gli ormoni che provocano la
differenziazione in senso maschile, quali le cellule di Sertoli e le
cellule interstiziali di Leydig. Le cellule germinali maschili non
completano la divisione citoplasmatica durante il processo di
spermatogenesi. In tal modo tutte le cellule figlie, nei vari stadi di
maturazione, rimangono collegate fra loro da ponti citoplasmatici fino
a quando gli s. differenziati vengono rilasciati in modo sincrono nel
tubulo seminifero. Il collegamento fra tutte le cellule durante il
processo di spermatogenesi permette l’utilizzazione da parte delle
cellule aploidi (spermatociti secondari, spermatidi, spermatozoi) dei
prodotti genici di entrambi i genomi parentali.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it