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Adone




Giovane bellissimo, secondo Ovidio, figlio di Ciniro, re di Cipro; e di sua figlia Mirra. Appena nato Adone, Venere fu così presa dalla bellezza del fanciullo, che lo nascose in un cestello ch'essa affidò a Proserpina, la quale, scoperto il tesoro che conteneva, non volle più restituirlo. Sottoposta la lite a Giove, questi sentenziò che durante quattro mesi di ciascun anno Adone sarebbe padrone di sè, durante altri quattro mesi apparterrebbe a Proserpina, e durante gli ultimi a Venere. Adone fu ucciso a caccia da un cinghiale. Saputo Venere del ferimento del suo amato Adone, corse verso di lui e versò il nettare nel suo sangue, da cui spuntarono immediatamente dei fiori. Morto, dovette scendere nell'Averno, ma gli fu concesso di vivere sei mesi all'anno con Venere nel mondo superiore. Adone sarebbe la personificazione della natura vegetale, che ripiglia vigore al ritorno del periodo della primavera.
La morte di Adone simboleggia il sole giunto alla parte settentrionale del zodiaco; il cinghiale è il simbolo dell'inverno, il cui freddo soffio fa spegnere la vita della natura. Fra le cerimonie usate nelle feste di Adone {Adorne) è degna d'osservazione la seguente: Portavasi un vaso pieno di terra, nel quale era seminato del grano, e vi erano posti fiori, erbe, frutti, arboscelli e lattughe; questo vaso chiamavasi giardino d'Adone, e terminata la cerimonia gettavasi nel mare o in qualche fontana.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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