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Amore




Quantunque il culto di questa divinità universale sia uno dei più antichi, la nascita d'Amore è tuttavia un mistero. Il soprannome di Oogenes (nato da un uovo), sembra derivare da una pietra incisa, eseguita nello stile antico, che porta il nome di Phrigillas, rappresentante Eros uscente dall'uovo, col guscio rotto a lui vicino; inoltre sono notissimi i seguenti versi di Anacreonte, in cui dipinge un nido d'amori:

Un pipilar continuo
Fan nelVuscir degli uovi;
Vedi i maggiori, assidui
Porgere il cibo ai nuovi.

Amore, l'Eros dei Greci, il Cupido dei Latini e generalmente ritenuto figlio di Marte e di Venere e rappresenta la passione d'amore. Tutto è simbolico nella pittura che si fa d'Amore. Nasce dalla bellezza e dalla forza; ha per sorelle le Grazie: queste sono sempre giovani, quegli è sempre fanciullo; porta Varco e la faretra piena di frecce, ma che non feriscono con eguale effetto. Le une, armate di punte di un metallo prezioso, portano nel cuore la gioia e la felicità, le altre, di piombo, fanno soffrire mali crudeli a coloro che ne sono colpiti. Le ali sono un emblema della sua incostanza, la benda indica l'accecamento che produce in coloro che ferisce, e la fiaccola è simbolo dell'ardente passione con cui accende i cuori. Fra molti amori finti dagli antichi, spesso simboleggiavano le diverse passioni e i vari affetti dell'uomo. Le pietre incise, che rappresentano i giochi e le diverse occupazioni d'Amore, sono innumerevoli, nulla essendovi che maggiormente si presti alla grazia dell'esecuzione e alle più ingegnose allegorie. Amore che doma un leone è un soggetto frequentemente ripetuto. Si conoscono pure rappresentazioni d'Amore che voga su di un'anfora, che cavalca un ippocampo, di Amore vincitore di Ercoie. La favola di Psiche diede motivo a molte allegorie dei tormenti che Amore fa soffrire all'anima, espresse dagli artisti su pietre mcie, in cui si vede Amore che incatena la sua amata, e tormenta una farfalla in diversi modi. In una pietra incisa si vede Amore infelice, gemente alla porta della sua bella, mentre l'Amore felice fa sopra di lui una brutta libazione. I poeti circondano Amore di tanti altri amorini, divinità subalterne, che si possono confondere coi risi, coi giuochi, coi piaceri, piccole divinità allegoriche, rappresentate anch'esse sotto forma di fanciulletti a¬lati, ma senza frecce e senza faretra. Conosciutissima è la bella composizione della venditrice d'Amori nelle pitture di Ercolano. Non sono da confondersi cogli Amori tutti i fanciulli alati che si vedono sui monumenti antichi. Dai loro diversi attributi si devono riconoscere i vari Ceni, seguaci delle divinità, e spesso loro rappresentanti. Gli artisti moderni hanno egualmente fatto uso di figure alate di adolescenti e di fanciulli, che non sono Amori. Vedi Anlero — Psiche.
Il sol che non conosce leggi, disse un gran poeta. Platone ha preteso, che al principio del mondo gli uomini erano maschio e femmina a un tempo: che avevano due visi, quattro braccia, quattro piedi, ma che essendosi inorgogliti, gli Dei per punirli, li avevano divisi. Ne accade che quando le diverse parti separate vennero a incontrarsi, si abbracciavano e si serravano così strettamente che preferivano morire di fame e di sete piuttosto di lasciarsi. Gli Dei, mossi a pietà, cambiarono questi abbracciamenti mortali in carezze passeggere; quindi l'origne e il fondamento dell'amore.
Vegetali: Bellide, che gli innamorati sfogliano interrogandola sull'amore dell'amato. Cotogno. Mela, perchè, sopra tutto quella dolce, dedicata a Venere. Mirto. Arbusto le cui foglie sono sempre verdi. A Roma, il tempio di Venere era circondato di mirto. Papavero. Presso gli antichi, gli amanti, per sapere se il loro amore era pari, solevano mettere un petalo di papavero sul pugno, dandogli poi un colpo col palmo della mano, e, dallo scopio debole o forte, giudicavano l'intensità della passione. Rosa, simbolo principale dell'amore. — Diversi : Berillo. Fuoco. Gli Egiziani, presso i quali l'acqua, cioè il mare, era simbolo dell'odio, ritenevano il fuoco quello dell'amore. Donde a Cupido fu dedicata la fiaccola accesa. Laccio, allusione alle insidie dell'amore. Lira, presso gli antichi, secondo i quali, contenendo in sè ogni giocondità, pare che abbia qualche affinità con l'amore, con Venere e con le Muse, e che altrettanto attrae gli uomini. Vedi Sfrenatezza dell'amore.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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