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Anno




Il ritorno dell'anno nuovo era dai diversi popoli celebrato con cerimonie più o meno speciali. Presso gli antichi persiani un giovinetto scelto per la sua rara bellezza, si avvicinava al re e gli presentava doni dicendo che gli portava il nuovo anno da parte di Dio. I Galli cominciavano l'anno con la cerimonia del vischio di quercia che essi chiamavano vischio dcU l'anno nuovo. I druidi, sacerdoti dell'antica Gallia, accompagnati dai magistrati e dal popolo andavano in una foresta, vi alzavano intorno alla più bella quercia un altare triangolare di zolle, e incidevano sul tronco e sopra i più grossi rami di quest'albero riverito, i nomi degli Dei che credevano più potenti. Poi un druido, vestito di tonaca bianca, tagliava il rischio, mentre due altri druidi ai piedi dell'albero stavano attenti a raccoglierlo in un panno, avendo cura non colasse a terra. Distribuivano l'acqua dove facevano stemprare questo nuovo vischio, e persuadevano il popolo che guariva da diverse malattie e che era efficacissimo contro i sortilegi. — L'anno ecclesiastico, che comincia a Pasqua, si apre egualmente con la distribuzione dell'acqua benedetta. — Chiamasi anno platonico uno spazio di tempo alla fine del quale tutto deve ritrovarsi al medesimo posto; alcuni però dicono che ciò dovrà avvenire soltanto dei corpi celesti. Il pregiudizio degli anni climaterici dura ancora. La dottrina degli anni climaterici si fa risalire fino a Pitagora, e si basa sulla rivoluzione completa che il nostro temperamento è soggetto ogni sette anni; alcuni dicono anche che si rinnova interamente; altri pretendono che questo rinnovamento non abbia luogo che ogni nove anni; così gli anni climaterici si contano per sette o nove. Quarantanove e ottantuno sono importantissimi, dicono i partigiani di questa dottrina; ma sessantatre è l'anno fatale, perche formalo dalla moltiplicazione di sette per nove. In generale si crede che i denti dell'infanzia cadono a sette anni, la pubertà si manifesta a quattordici, il corpo cessa di crescere al ventunesimo anno, ecc. Ma ciò non è esatto.
Animali: Avvoltoio, presso gli Egiziani, i qual, dividevano Vanno in tre stagioni: primavera, estate e inverno; comprendendo ciascuna 120 giorni, ai quali aggiunsero poi cinque giorni che chiamavano intercalari. Ora, secondo gli Egiziani la femmina dell'avvoltoio si conforma a questi tre tempi dell anno nel senso cioè che quando è stimolata a. generare, impiega nel fecondarsi cinque giorni, senza mangiare nè bere, tenendo la natura aperta al vento; lesta poi fecondata 120 giorni e altrettanti ne impiega per allevare i piccoli. Negli altri 120 giorni riman libera, curando soltanto sè stessa. Secondo Plinio l'avvoltoio deporrebbe tredici uova paragonandoli alle tredici congiunzioni della luna, che avvengono in un anno. Serpente con la coda in bocca formando un cerchio — Vegetali: Palma con dodici rami; perchè si vuole che questa pianta metta fuori un ramo, a -ogni luna nuova. Inoltre, perche i neccioh e frutto della palma presentano una forma simile alla luna Diana, dovendo generare gli arbitri dei mesi dell'anno, abbracciava la palma. Infine, secondo i Babilonesi, e Plutarco lo riferisce; perchè la palma porge all'uomo trecentosessanta utilità; numero dei giorni dell'anno detratti quelli intercalari.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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