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Aspide




Molte cose dissero gli antichi intorno a questo serpente, che la morte di Cleopatra ha reso così famoso; ma essi lo conobbero assai poco, a giudicarne dalle contraddizioni che s'incontrano nei loro scritti. Si sono creati aspidi terrestri e aspidi acquatici; se ne moltiplicarono le specie; si dissero cenerognoli, neri, gialli, bruni, verdi, ecc.; si diede loro la lunghezza di un piede, di un cubito, di un braccio, perfino di cinque cubiti. Alcuni lo fanno munito di uncini che gli escono di bocca come zanne di cinghiale, altri gli danno denti concavi che sgocciolano continuo veleno. Agricola dice che dal suo corpo esce una puzza insopportabile; secondo Eliano, ha scaglie rosse, cammina lentamente e sparge veleno dalla bocca. Brunetto Latini, dice che l'aspide porta in capo una pietra preziosa che ha nome carbonchio, e quando l'incantatore vuole quella pietra, dice sue parole, e quando l'aspide se ne avvede, incontamente ficca l'una orecchia in terra e l'altra si tura con la coda, si che non ode le parole dello incantatore. I cristiani del medio evo raffiguravano l'aspide come emblema della cupidigia e della incredulità, ecc. Lo si vede sotto i piedi del Salvatore; come sotto quelli del cristiano fedele, che deve, egualmente al suo divino maestro, «camminare su l'aspide e il basilisco». L'aspide fu rappresentato in diversi modi, ma ordinariamente sotto forma d'un rettile corto, senza zampe, con una testa larga, oppure sotto quella di un quadrupede avente zampe cortissime e una coda di serpente.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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