Home


Balena




La balena è, fin dall’antichità, collegata al potere delle
acque. Essere inghiottiti dal suo ventre, per poi uscirne, è
simbolo di oscuramento e di conseguente rigenerazione (cfr.
Cooper 53), come una sorta di passaggio tra due stati o modi
di essere (cfr. Guénon 141 ss.). In varie culture la balena è
animale cosmoforo (ossia portatore del mondo). Nel mito
greco, Andromeda si salva, grazie a Perseo, da un mostro
marino che suggerisce il profilo di una balena. Il grande
pesce (in ebraico tannîm: designa tutti i cetacei e anche il
Leviatano) che, nella Bibbia, inghiottisce Giona per lasciarlo
uscire intatto, dopo tre giorni e tre notti, dal suo ventre è
assimilabile alla balena (Giona 2). Peraltro, questa vicenda
trova significativi paralleli non solo nella letteratura greca
(Luciano, Storia vera 1,30 ss. racconta di una gigantesca
balena che ingoia una nave, senza produrre danni a chi è a
bordo), ma anche nelle letterature moderne (si pensi ai capp.
34-35 di Pinocchio, in cui Geppetto finisce nel ventre di un
pescecane). Nella tradizione cristiana la balena diventa
simbolo degli eretici e del demonio, che attrae i piccoli pesci
con il suo alito profumato e poi li inghiottisce.
In origine questo cetaceo è poco conosciuto e sembra
temuto soprattutto in considerazione delle sue notevoli
dimensioni (si pensi che le balenottere raggiungono i
trentacinque metri di lunghezza). Gli antichi sono piuttosto
imprecisi nella classificazione: conoscono soprattutto la
balenottera e il capodoglio, presenti nel mar Mediterraneo.
Perciò «la balena, l’animale più grande della terra […] ha
disputato al delfino la sovranità del mare», come è attestato
anche nelle letterature europee moderne (cfr. Cattabiani
2002, 149, che ricorda Charles Lamb). Forse proprio questa
considerazione spiega l’inevitabile conflitto con i delfini che
sembra alla base dell’unica favola in cui la troviamo
protagonista (Esopo 95 Ch.), impegnata in una dura lotta
contro i rivali (certo non casualmente, la morale riporta il
discorso sul piano politico). Peraltro questo conflitto è
testimoniato anche dalle fonti antiche e pare proverbiale (v.
sotto). D’altra parte, la scarsa familiarità dell’uomo con
l’animale rende marginale la sua presenza nella tradizione
favolistica e carente la sua caratterizzazione nell’unico
racconto che la vede protagonista.






Bibliografia


Stocchi C. Dizionario della favola antica, BUR, 2012

Torna agli articoli