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Basilisco



Dal greco basilicos piccolo re. Molte favole si spacciarono intorno a questo animale. Tre specie ne avevano creato con la lóro fantasia gli antichi; il primo ardeva tutto ciò che avvicinava, e faceva un deserto di ogni luogo in cui andasse, poiché le piante e animali appassivano dinanzi a lui; il secondo era una specie di gorgone errante, che col suo sguardo letale dava la morte a tutto ciò che vedeva; il terzo col semplice tatto faceva cadere le carni dalle ossa agli animali con cui veniva a contatto; e dicevasi che un quarto, concentrazione di malanni, venisse prodotto dalle uova di galli giunti a età decrepita (ova cenionina), covate da rospi e da serpenti. Ecco come lo descrivono gli antichi: Il basilisco è di grandezza non più di dodici dita, con una macchia bianca nel capo, e un certo distinto diadema, donde il suo nome regale; oppure, che sia detto basilisco, perchè altre specie di serpenti lo riveriscono. Questo muove il capo con poche, non molte piegature come avviene negli altri serpenti; ma dal mezzo in su cammina dritto ed elevato. Si vede rappresentato con un corpo squamoso, rigonfio, che termina in una lunga coda di serpente, incurvata; ha la testa di gallo, coronata, ed è munito di otti piedi di rospo. Ciò che si dice nella Bibbia del basilisco non sembra indicare altro che un serpente velenoso e malefico, simbolo di colpa, di miseria, di distruzione. Vedi Calunniatore — Colpa — Divinità — Eternità — Male derivato da buoni principii.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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