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Eric Berne




BERNE ERIC, n. a Montreal nel 1910, m. nel 1970. Medico e psicoterapeuta, B. dà vita all’indirizzo noto come "analisi transazionale" che si occupa delle manifestazioni esterne del rapporto sociale con svolgimento a catena, tali che a uno stimolo transazionale di A segue una risposta transazionale di B, a sua volta stimolo transazionale e così via. Le catene di transazioni, che egli definisce "realtà sociali operative", prendono a seconda dei casi il nome di "passatempi", "giochi", "copioni". B. sostiene che, iniziata una transazione della catena, la sequenza che ne risulta è in gran parte prevedibile. Tale possibilità di previsione è legata alla conoscenza degli "stati dell’Io" dei quali si occupa l’analisi strutturale, che costituisce un necessario preliminare dell’analisi transazionale propriamente detta. Per "stati dell’Io" (per cui si rifà dichiaratamente al neurochirurgo canadese W. Penfield, a P. Federn e al suo allievo E. Weiss) si può intendere un sistema di sentimenti (definizione fenomenologica), un insieme coeso di comportamenti (definizione operativa), un sistema di sentimenti capaci di motivare determinati comportamenti (definizione pragmatica). Gli stati dell’Io sono, in generale, manifestazioni degli organi psichici (esteropsiche, neopsiche, archeopsiche). All’esteropsiche corrisponde lo stato dell’Io genitoriale o Genitore, alla neopsiche corrisponde lo stato dell’Io adulto o Adulto, all’archeopsiche corrisponde lo stato dell’Io bambino o Bambino. Ogni stato dell’Io svolge la sua necessaria funzione. Il Genitore si manifesta come Genitore con pregiudizi (è arbitrario, non-razionale, punitivo) o Genitore che nutre e protegge. Egli fa in modo che gli individui siano padri e madri efficaci e consente l’automaticità di numerose risposte (automaticità espressa nel "si fa così" senza perché) garantendo notevoli risparmi energetici. L’Adulto, manifestazione della neopsiche e, dunque, dice B., ancora poco conosciuto, si manifesta nell’autonomia dei sentimenti, nella capacità di adattamento alla realtà e anche nella mediazione tra Genitore e Bambino. Quest’ultimo si manifesta come Bambino adattato (sotto l’influenza Genitoriale) e Bambino naturale (caratterizzato da ribellione e auto-indulgenza). Propri del Bambino sono la creatività, la capacità di godere, l’impulso ad agire, l’intuizione. Appartengono al Bambino, secondo B., gli aspetti più validi della personalità. Egli precisa che Genitore, Adulto e Bambino non sono concetti (né tantomeno vanno confusi con i ruoli) ma realtà fenomenologiche di cui ognuno è portatore. Tutti portano il Genitore dentro, tutti l’Adulto, tutti un bambino o una bambina. Ciò implica che nelle transazioni possono essere coinvolti tutti e tre gli stati dell’Io. Tale coinvolgimento determina vari tipi di transazione che B. classifica e descrive con l’ausilio di caratteristici diagrammi a tre cerchi posti l’uno sopra l’altro e raffiguranti i tre stati dell’Io propri di ogni persona. Gli stimoli e le risposte transazionali, a loro volta, sono indicati per mezzo di frecce e sono provocati da determinati stati dell’Io che l’analisi transazionale aiuta a diagnosticare. Nel caso in cui l’Adulto di A si rivolge all’Adulto di B e quest’ultimo risponde, o anche quando il Bambino di A si rivolge al Genitore di B e quest’ultimo risponde, si hanno le transazioni complementari in cui la comunicazione procede senza intoppi. Ciò non avviene quando la transazione è incrociata, quando, ad esempio, l’Adulto di A si rivolge all’Adulto di B, e il Bambino di B risponde al Genitore di A. Una delle applicazioni più note dell’analisi transazionale è quella relativa al gioco, che B. definisce come catena di transazioni all’apparenza plausibili ma con una motivazione sottostante, o anche come serie di mosse truccate. I giochi, che si tramandano da una generazione all’altra, e la cui diffusione in un determinato contesto sociale è materia per sociologi e antropologi, concernono protagonisti che si ancorano a un ruolo e lo perpetuano a danno proprio e altrui. Nel gioco, insomma, i giocatori sono giocati. Uguale copione si presenta per un gioco più complesso, nel quale si ripete "un intero dramma trasferenziale". B. porta ad esempio il copione di una donna che sposa un alcolizzato dopo l’altro. Si potrebbe anche pensare, più in generale, al copione di chi ripetutamente sceglie il partner sbagliato. Al di là dei giochi e dei copioni, al di là delle ripetizioni e delle coazioni. B. parla di conquista dell’autonomia, che è resa possibile dalla liberazione o recupero di tre fondamentali capacità: consapevolezza, spontaneità e intimità. Autonomia significa capacità di vivere qui e ora (consapevolezza), libertà di esprimere i sentimenti del proprio Genitore, Adulto o Bambino (spontaneità), immediatezza nell’esprimere se stessi, ovvero, in altri termini, la liberazione del Bambino (intimità).


Bibliografia


Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiano degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992

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