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Bianco




I Traci, che furono i primi a distinguere i giorni fausti dagli infausti, segnavano i primi con pietre bianche e i secondi con pietre nere. Da ciò derivarono presso i Greci e i Romani varie frasi relative ai giorni dell'anno, e quel modo di dire dies albo signanda lapillo, che i nostri, allontanandosi dal vero e dal possibile, hanno trasformato in fare un segno con un carbone bianco. Presso gli Egiziani, i Greci e i Romani, i sacerdoti erano vestiti di bianco; come lo erano, secondo Virgilio, anche i buoni poeti, gli uomini d'ingegno. Le donne, che avevano sempre portato il lutto in abito nero al pari degli uomini presso i Greci e i Romani, sotto gli imperatori, cambia rono quest'uso, e le vedove lo portarono in abito bianco, con bende egualmente bianche; per mostrare la loro purità e candidezza verso il marito. Coloro che in Roma aspiravano alla magistratura portavano toghe bianche, perciò si chiamavano candidati. Una volta il bianco era perfino il carattere distintivo dei capitani e dei re, come lo fu poi il colore porpora. Quantunque il bianco sia simbolo principale dell'innocenza e della semplicità, alcuni lo vollero segno di biasimo, perchè i Giudei vestirono di questo colore Cristo per maggior biasimo e scorno. Tito Livio fa menzione di un esercito di Sanniti, il quale era fregiato con una linea bianca, per mostrare che era un esercito di soldati nuovi, cioè senza gloria; e Virgilio chiama scudo senza gloria di colui che aveva lo scudo bianco; perchè era usanza dei valorosi capitani di scrivere sopra gli scudi i loro fatti gloriosi in guerra. Altri vollero il bianco segno di allegrezza, perchè nei banchetti gli antichi usavano vestirsi di questo colore. Così la Chiesa cattolica dopo la risurrezione di Cristo tutta trionfante si veste di bianco; e gli angeli dopo la risurrezione, in segno di allegrezza, si mostrano in una veste bianchissima.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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