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Ludwig Binswanger




BINSWANGER LUDWIG, n. a Kreuzlingen in Svizzera il 18 aprile 1881, m. ivi il 5 febbraio 1966. Medico, è assistente dal 1906 al 1907 nella clinica psichiatrica dell’Università di Zurigo (Burghölzli) e successivamente nella clinica psichiatrica dell’Università di Jena. Al Burghölzli è tra gli allievi di E. Bleuler; qui conosce anche C.G. Jung con il quale, insieme a K. Abraham, rende visita per la prima volta a S. Freud. Dal 1911 al 1956, succedendo al padre, dirige il Sanatorium Bellevue a Kreuzlingen. Seguace di Freud, ben presto prende le distanze dal maestro grazie a esperienze condotte con pazienti psicotici. Il desiderio di trovare un terreno di comunicazione condivisibile, lo spinge a inoltrarsi nel complesso campo delle psicosi anche per comprenderne il linguaggio. Il rispetto del mondo dello psicotico e dei suoi modi di essere è il fondamento della visione di B. che lo porta a elaborare l’approccio fenomenologico in psichiatria, introducendo l’analisi esistenziale o antropoanalisi (Daseinsanalyse). Egli rifiuta le categorie interpretative della psicoanalisi e il concetto di inconscio per dare spazio a un’analisi fenomenologica dell’esistenza che permette di ricostruire l’esperienza del mondo psichico senza frammentarlo nella scissione soggetto-oggetto. La fenomenologia e l’esistenzialismo, quali correnti filosofiche, sono i presupposti della psicologia esistenziale.
L’uomo è essere-nel-mondo la cui esistenza rappresenta la condizione stessa dell’essere e della conoscenza e in questo senso anche la psicopatologia è un modo di essere nel mondo. Nella sua esperienza clinica cerca di ricondurre sempre l’esperienza del paziente a questo contesto di base dove l’individuo malato non è un oggetto separato, ma un soggetto che sta fornendo la sua risposta, unica e irripetibile, al fondamento stesso dell’esistenza. L’obiettivo del metodo fenomenologico consiste nel guardare alla sofferenza del malato, mettendo da parte pregiudizi e schemi interpretativi, per lasciare spazio a una "osservazione categoriale" del paziente, del suo linguaggio, del suo modo di relazionarsi alle cose e al senso che per lui assumono. La malattia esprime una "situazione" insostenibile, riferita non tanto al trauma psichico passato - che pur viene considerato -, quanto al "significato" del trauma che continua ad essere attivo e vivo nel presente. La responsabilità del paziente, che non può cancellare il suo "fondamento esistenziale", sta nell’impegno verso una nuova modalità di essere nel mondo. La direzione di questo assestamento per B. è l’"autenticità", e dunque lo psichiatra aiuterà il paziente a prendere atto di tutti quegli aspetti della sua esistenza adombrati da inautenticità e alienazione.



Bibliografia


Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiano degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992

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