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Wilfred Bion




BION WILFRED RUPRECHT, n. a Mathurà (India) nel 1897, m. a Oxford nel 1979. Si laurea in Storia, poi in Medicina e Chirurgia. Negli anni Trenta e Quaranta si accosta al pensiero psicoanalitico, che svilupperà in forma assolutamente originale. Durante la seconda guerra mondiale quale ufficiale medico si occupa della cura e della riabilitazione psicologica dei militari, dando vita insieme a J. Rickman ai famosi esperimenti di Wharncliffe e Northfield. In seguito a queste ricerche B. formula una nuova teoria che modifica sostanzialmente l’approccio psicoanalitico alla psicologia dei gruppi. Il gruppo, così come il singolo, ha una propria psicologia che ha origine a livello dei fenomeni protomentali. Il sistema proto-mentale è la matrice dalla quale scaturiscono le componenti emotive degli assunti di base all’origine della vita mentale del gruppo. Il proto-mentale è quel luogo immaginario - ideato da B. per cercare di descrivere i fenomeni osservati nei gruppi - nel quale il fisico e lo psichico si trovano in uno stato indifferenziato. Nei gruppi, infatti, hanno luogo fenomeni transferali verso il leader che fanno parte della cosiddetta "cultura di gruppo", si tratta degli "assunti di base", inconsci e condivisi da tutti i membri del gruppo. Tra di essi B. distingue l’assunto di base di dipendenza, quello di attacco/fuga e, infine, quello di accoppiamento. Al gruppo fondato sugli assunti di base B. oppone il gruppo di lavoro nel quale i membri del gruppo sono guidati da uno scopo coscientemente definito e accettato. Il pensiero di B. risulta di difficile sistematizzazione e si articola a più livelli. Uno di questi è rappresentato dal tentativo di risistematizzazione del pensiero psicoanalitico (uso della griglia). Un altro livello è quello dello studio di meccanismi psicologici quali l’identificazione proiettiva, ridefinita da B. nei suoi aspetti normali e patologici. Un terzo livello è costituito dalla teoria del contenimento emozionale, che ridefinisce la relazione paziente-analista. Il ruolo di quest’ultimo è descritto da B. in termini rigorosi, che presuppongono una visione etica dell’operare analitico. Altri contributi del pensiero di B. sono negli studi sul pensiero e in quelli sul ruolo della trasformazione psichica.


Bibliografia


Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiano degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992

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