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Bovaro




Nell’ambito dell’allevamento degli animali e del lavoro
agricolo, la figura del bovaro sembra richiedere particolari
caratteristiche. Secondo Columella (1,9), non basta essere
svelti d’ingegno, ma sono anche necessari una voce forte e
un aspetto imponente, tali da incutere timore negli animali.
Del resto, chi ha a che fare con i bovini può correre rischi
maggiori rispetto ad altre figure di allevatori, come i pastori:
Eliano paragona il bue a un prigioniero sotto il giogo, che,
quando si libera, spesso aggredisce il padrone (De natura
animalium 4,35). Figure tipiche delle classi subalterne, i
bovari, insieme agli altri personaggi legati all’agricoltura e
all’allevamento, non mancano all’interno della tradizione
favolistica. Spesso appaiono piuttosto semplici, non privi di
sfumature comiche, e sono posti in relazione con la divinità,
a cui puntualmente si rivolgono per recuperare beni o
animali (cfr. Esopo 72 e 74 Ch.). In altre narrazioni li
troviamo come personaggi secondari, nell’ambito di normali
descrizioni di vita quotidiana (Fedro 2,8); talora la figura del
bovaro sfuma in quella, più generica, dell’agricoltore (Fedro,
App. 26 [28]).






Bibliografia


Stocchi C. Dizionario della favola antica, BUR, 2012

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