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Calunnia




Luciano descrive l'allegoria della Calunnia dipinta d'Apelle nel modo seguente: Stava sedendo a guisa di giudice, uno che aveva le orecchie lunghe simili a quelle dell'asino; cui due donne, una per lato, mostravano di dir non so che pian piano: era una di queste l'Ignoranza, l'altra il Sospetto, e porgeva la mano alla Calunnia, che veniva a lui in forma di donna bella e ornata, ma che nell'aspetto mostrava di essere tutta piena d'ira e di sdegno; e aveva nella sinistra mano una facella accesa, e con la destra ri tirava dietro per i capelli un giovane nudo, il quale miserabilmente si doleva alzando le giunte mani al cielo. Andava innanzi a costei il Livore, cioè l'Invidia, che era un uomo vecchio magro e pallido, come chi sia stato lungamente infermo; e dietro le venivano due donne, le quali parevano lusingarla, facendo festa della bellezza sua, e adornandola ancora il più che potevano, e domandavansi l'una Frode, e l'altra Insidia. Dietro a queste seguiva poi un'altra donna chiamata Penitenza, con certi pochi panni intorno tutti rotti e squarciati, che largamente piangendo si affliggeva oltre modo; e pareva volersene morire dalla vergogna, perchè vedeva venire la Verità.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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