Capelli
Varie furono le superstizioni e le pratiche simboliche presso i Gentili riguardo ai capelli. Vi era, per esempio, l'usanza di rader una porzione del capo, o tosare i capelli in forma speciale; il dedicare ai numi le trecce dei bambini, e quelle delle spose al dì del matrimonio. I guerrieri tagliavano i loro capelli dopo la vittoria, per consacrarli agli Dei; i marinai dopo essere scampati da una procella, appendevano i capelli ad alberi sacri; seppellivansi nelle tombe degli amici, come fece Achille al funerale di Patroclo; oltre al raderli e strapparli, come si usa fra vari popoli, oppure lasciarli sporchi e trascurati, come si fa d'alcuni altri, secondo che sono comuni e straordinarie le sciagure da cui vengono colti, e il loro dolore è mediocre o violento. Presso i Lacedemoni i soldati dovevano radersi i capelli davanti, e ciò per evitare che nel combattere il nemico potesse facilmente pigliarli per i capelli, mentre lasciavano lunghi quelli di dietro, affinchè, se avessero tentato di fuggire, il nemico avesse avuto agio di fermarli per i capelli, e farli prigionieri; donde avveniva che per questo timore combattevano con maggior ostinazione, e con la faccia rivolta all'avversario. Gli scrittori sacri, specialmente i profeti, presero sovente dai capelli le loro allusioni metaforiche; per esempio, Isaia dicendo: In quel dì il Signore passerà l'affilalo rasoio su coloro che sono oltre il fiume, e raderà al re degli Assiri il capo e i peli dei piedi e l'intera barba; intendeva la distruzione del popolo assiro e dei suoi re per castigo divino. Le parole di Osea, ed anche i canuti capelli si sono diffusi in Efraim, ed esso lo ignorò indicavano la decadenza e la rovina del regno d'Israello. L'espressione dell'Apocalisse, ed avevano (le locuste) i loro capelli si¬mil ai capelli delle donne, riferivasi storicamente alla strana acconciatura del capo dei Saraceni, come puri re ai costumi biasimevoli del clero corrotto.
Bibliografia
Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928