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Cariatide




Dal greco Karuatis, idos, fanciulla della città di Caria, chiamata in greco Karuai. Figura di donna, e qualche volta d'uomo, impiegata in luogo di colonna o di pilastro. Alcuni ne attribuiscono l'origine alle giovani lacedemoni che si recavano ogni anno a Caria per danzare in coro dinanzi la statua di Diana Cariatide. Secondo Vitruvio, tal nome deriva da una vittoria riportata dagli Elleni contro gli abitanti di Caria, città del Peloponneso, che erasi alleata coi Persi. Tutti gli uomini furono uccisi, e le donne di maggior considerazione, dopo di aver seguito il carro dei vincitori, furono fatte schiave e costrette a conservare i loro abiti sfarzosi. Una tale vendetta fu tanto più terribile, che gli architetti e gli scultori ne vollero perpetuare la memoria, impiegando le figure scolpite di donne coi loro vestimenti per sostenere i cornicioni degli edilizi. A simile uso furono pure impiegate le statue di uomini, che in tal caso prendono il nome di cariatidi. Tuttavia, siccome i nomi greci di atlante e di telamone sono derivati da due verbi greci che significano portare e sostenere, e sono perciò più evidenti, essi dovrebbero essere adottati di preferenza. Vedi Vittoria.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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