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Erik Erikson
Erik Erikson
ERIKSON ERIK H., n. a Francoforte il 15 giugno 1902, m. nel 1980. In seguito all’esperienza fatta presso una scuola privata di Vienna, E. conosce il metodo di insegnamento della Montessori ed entra in contatto con l’ambiente psicoanalitico. Dopo un’analisi con Anna Freud e un training formativo in psicoanalisi, si trasferisce a Boston dove si occupa di psicoanalisi infantile. In questo ambito intraprende numerose ricerche studiando anche i piccoli indiani della riserva Sioux nel Sud Dakota. Contemporaneamente si dedica all’attività privata e all’insegnamento nell’Università di Harvard. E. è considerato uno dei promotori del periodo postfreudiano per la sua teoria psicologica dello sviluppo della personalità, nella quale è teorizzato un ampliamento del concetto di Io, e per gli studi psicostorici, nei quali, partendo dalla biografia di illustri personaggi, tenta un’analisi delle motivazioni profonde che hanno guidato le loro scelte, le loro vite e il loro successo. E. sostiene che ciò che maggiormente accomuna queste personalità è la loro capacità di saper trasformare la sofferenza, le difficoltà in qualcosa di stimolante e di creativo. Questo è un punto molto importante che differenzia la sua teoria da quella freudiana ortodossa, in quanto non mette in luce il potere destrutturante della sofferenza, ma anzi esalta la carica creativa che ne può nascere se ben diretta da un Io forte ed equilibrato. Questa trasformazione continua non ha mai fine: segue costantemente l’individuo dalla nascita alla morte. La sua teoria psicosociale dello sviluppo si divide in otto fasi che vanno dalla fanciullezza alla vecchiaia; ogni fase non viene mai abbandonata, ma integrata dopo l’acquisizione della successiva. Alla fine del processo l’Io, dopo essere passato per i primi cinque stadi dello sviluppo libidico simili a quelli freudiani, svilupperà un processo legato alla creatività molto simile a quello di individuazione junghiano. L’Io creativo costituisce un elemento vitale che è in grado di trarre dal conflitto nuove possibilità esistenziali. Personalità come Gandhi e Lutero, da lui analizzate, hanno portato ai massimi livelli questo processo evolutivo, e il loro pensiero è riuscito a influenzare positivamente la collettività.
Bibliografia
Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiano degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992