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Ero




Sacerdotessa di Venere. Leandro, giovane d'Abido, avendola veduta in una festa di Venere, se ne invaghì perdutamente e fu corrisposto di pari amore. Per visitarla, Leandro passava di notte l'Ellesponto a nuoto; ed Ero aveva cura di porre ogni notte una fiaccola accesa in cima a una torre affinchè gli servisse di faro. Dopo diverse visite felicemente riuscite in questo modo, avvenne che il mare si fece tanto procelloso che per sette giorni a Leandro fu impossibile di ritentarlo. Ma in fine vinto dall'ardente desiderio di rivedere l'amata, senza aspettare che il mare si calmasse, si gettò a nuoto; travolto però dalle onde, fu respinto morto sulla spiaggia. Ero, disperata, precipitossi in mare. Alcune medaglie rappresentano Leandro preceduto da Cupido che vola davanti a lui con una fiaccola in mano per guidarlo nel pericoloso tragitto.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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