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Etica e relazione terapeutica




La relazione terapeutica non deve mai mancare di rispetto umano, capacità di ascolto, empatia, conoscenza e aggiornamento scientifico.

In particolare sono fondativi della relazione terapeutica: 1) confini professionali adeguati (evitare ad es. atteggiamenti seduttivi o sessuali) 2) gestire l'aspetto economico senza approfittare dello stato di bisogno del paziente 3) rispettare i valori e le scelte di vita del paziente senza imporre i propri 4) saper rispondere alle esigenze del paziente in base al genere, età, cultura, etnia ecc. 5) ricorrere, ove servisse, a intervisioni e supervisioni 6) interrogarsi sulle proprie reazioni e risposte emotive in modo da promuovere la comprensione di sé e dell'altro nella relazione clinica.

Sinteticamente la professionalità dello psicologo clinico si definisce in base alla qualità e alla significatività della relazione umana istaurata con i pazienti e dalla capacità di mantenere la profondità di tale relazione all'interno dei confini professionali.

Relativamente ai confini della relazione clinica si ricorda l'importanza della riservatezza sul contenuto delle comunicazioni dei pazienti, il tempo e il luogo dei colloqui, le modalità di pagamento, l'uso del linguaggio e di un abbigliamento consono, eventuali regali portati dai pazienti, la privacy, il contatto fisico e la richiesta di sviluppare relazioni personali una volta conclusa la terapia.

Gabbard distingue tra semplici superamento dei limiti dalle vere e proprie violazioni dei limiti intese come grossolane rotture del setting e basate sullo sfruttamento di chi nella relazione in quel momento ha meno potere.



Bibliografia


Lingiardi V., Gazzillo F., La personalità e i suoi disturbi, Raffaello Cortina, Milano, 2014

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