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Favole
Favole
Le più antiche favole non sono forse chiaramente allegoriche? La prima che conosciamo, secondo la nostra
maniera di computare il tempo, non è quella che viene narrata nel nono capitolo del libro dei Giudici? Bisognava scegliere un re tra gli alberi; l'ulivo non volle abbandonare la cura del suo olio, né il fico quella dei suoi fichi, né la vigna quella del suo vino, né gli altri alberi quella dei loro frutti; e invece il cardo, che non era buono a niente, si fece re,
perché era fornito di spine e poteva fare del male.
L'antica favola di Venere, così com'è narrata da Esiodo, non è forse un'allegoria dell'intera natura? Le parti della generazione caddero dall'Etere sulla riva del mare; Venere nacque da questa spuma preziosa; il suo primo nome è quello di amante della generazione. C'è forse un'immagine il cui senso sia più preciso? Questa Venere è la dea della
bellezza; la bellezza cessa d'essere amabile se non s'accompagna alle grazie; la bellezza fa nascere l'amore; l'amore ha
dardi che trafiggono il cuore e porta una benda che nasconde i difetti dell'oggetto amato.
La saggezza viene concepita nel cervello del signore degli dei sotto il nome di Minerva; l'anima dell'uomo è un fuoco divino che Minerva mostra a Prometeo, il quale si serve di questo fuoco per animare l'uomo.
Impossibile non riconoscere in queste favole una pittura vivente dell'intera natura. La maggior parte delle altre
favole sono o la corruzione di quelle antiche o il capriccio dell'immaginazione. Delle favole antiche, come dei nostri racconti moderni, ce ne sono di morali, deliziosi, e ce ne sono di banali.
Le favole degli antichi popoli ingegnosi furono rozzamente imitate dai popoli rozzi; ad esempio, quelle di Bacco, di Ercole, di Prometeo, di Pandora e tante altre; esse erano il passatempo del mondo antico. I barbari, che ne udirono parlare in modo confuso, le introdussero nella loro selvaggia mitologia; e poi osarono dire: «Le abbiamo inventate noi.» Poveri popoli ignorati e ignoranti, che non avete conosciuto nessun'arte né piacevole né utile, e mai nemmeno il nome della geometria, come potete dire di aver inventato qualcosa? Non avete saputo né scoprire delle verità né mentire abilmente.
Bibliografia
Voltaire, F.-M. Dizionario filosofico