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Fenice




Nome del più celebre fra gli animali favolosi dell'antichità, dagli Arabi definito malùomo l'ismo, majnoùlo l'jismo, cioè creatura di cui non si conosce il nome signora il corpo. La si immaginò della grandezza di un'aquila; con la testa ornata di una certa cresta o ciuffo luminoso; le penne del collo dorate, le altre di color porpora; la coda bianca, mescolata a penne incarnatine, e gli occhi scintillanti come stelle. Si credeva che la fenice unica, isolata, abitasse i deserti dell Arabia, e vivesse diversi secoli. Plinio afferma che le fu posto il nome derivato da un albero detto fenice, il quale presso i Romani era la stessa palma, e ciò perchè tra quelle che sono selvatiche, se ne trovò una la quale moriva seccava e poi da sè stessa rinasceva e rinverdiva.

La credenza comune vuole però che la fenice rinascesse dalle proprie ceneri. La favola di questo meraviglioso uccello viene anche menzionata dagli scrittori rabbini e dai più antichi padri della Chiesa cristiana. I primi ritenevano che la ragione per cui la fenice vive così lungo tempo, ed è in certo modo esente dalla morte, è perchè fu il solo animale che non mangiasse del frutto vietato del paradiso.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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