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Giustizia




Deità allegorica che viene rappresentata in diversi modi. La figura più caratteristica e comune, tiene una spada in una mano e la bilancia in un'altra, e talvolta ha una benda sugli occhi. Alcuni la fecero in sembianza di bella donna giovane, terribile nell'aspetto, nè superba ne umile, occhi d'acuta rista, tutta nuda, seduta sopra una pietra quadrata, tenendo in una mano la bilancia e nell'altra la spada, oppure un fascio di verghe con la scure, che portavano i littori davanti ai consoli. Vasari ideò la Giustizia in abito succinto e sciolto, con la spada e le pandette aperte. La rappresentò anche in una donna con in testa un elmo d'oro e di ferro, con tre penne sul cimiero, una bianca, una rossa e una verde; dandole in mano uno scettro egiziano e lo scudo di Medusa in braccio. L'elmo d'oro e di ferro, il quale arruginisce, indica che il giusto giudice deve avere il cervello puro, e il petto disarmato e nudo, cioè privo di passione e animosità. Le penne, quella bianca simboleggia la castità, quella rossa la fede e quella verde la speranza, che deve nascere nel giudice giusto. Il piede d'ippopotamo che forma la parte inferiore dello scettro è simbolo dell'empietà; la cicogna, alla sommità del medesimo è simbolo della pietà. Gli Egiziani la rappresentavano senza testa, con la mano sinistra aperta e allargata di cui porge il palmo; ponendola fra un leone e la bilancia, perchè il giusto deve essere d'animo forte e intrepido, pesare ed esaminare i falli e i meriti di ciascuno, affinchè sappia dare a ognuno ciò che ha meritato. La mancanza della testa indica che il giudice non deve guardare in faccia a nessuno, nè aver riguardo a persona alcuna.
Animali: Bue, che per essere simbolo di abbon danza delle biade (agricoltura), sovente fu preso come emblema della giustizia; e perciò i Gentili chiamavano Cerere apportatrice delle leggi. Nella Bibbia il bue è simbolo di chi porta il giogo della giustizia, e si affatica nelle opere buone e virtuose. Struzzo, allusione all'eguaglianza delle sue penne. In una medaglia antica romana si vede una figurina coronata di penne di struzzo con l'inscrizione IVSTITIA. — Vegetali: Palma, perchè si vuole che quest'albero faccia il frutto del peso eguale a quello delle foglie. Inoltre la materia della palma era ritenuta incorruttibile, come dovrebbero esserlo gli amministratori della giustizia. Papavero, per essere le celle del suo capo separate egualmente e proporzionalmente. Inoltre il papavero era consacrato a Cerere, la quale simboleggiava l'origine della giustizia. — Diversi: Bianco, colore immacolato. Carbonchio. perchè dedicato ai Troni. Coltello a doppio taglio; di cui si fa menzione nella Bibbia, alludendo al giudizio che può colpire nello stesso tempo il corpo e l'anima, ovvero punire col supplizio della pena presente e col timore dell'avvenire. Occhio aperto, geroglifico degli Egiziani, per significare l'osservanza della giustizia. I Greci usavano molto l'espressione: Occhio di giustizia. Negli epigrammatici si legge il seguente verso: Della giustizia l'occhio, ogni opera vede. Di qui derivò che, per acquistar fede alle parole, chiamavano in testimonio l'occhio della giustizia. Oro. I troni degli imperatori e la sedia del papa si fanno d'oro, dicesi, per significare che devono sedere e governare giustamente. Porpora, colore dedicato alla giustizia. Velo. Gli Ateniesi obbligavano i rei a coprirsi il capo con un velo, affinchè, nel difendersi, non potessero suscitare la compassione dei giudici. — Vedi Filosofia morale.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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