Lapsus
Lapsus è una parola latina che significa "caduta, scivolata, errore", attualmente usata per indicare un errore involontario, ma con un suo preciso significato nascosto. Tale estensione di senso è senz'altro da attribuirsi alla cultura psicoanalitica.
Nell'antichità il termine lapsus ricorre, sia come sostantivo sia come participio del verbo labor, in vari scrittori, come per es. Celso, che usa lapsus mente nel significato di "fuori di senno", o Cicerone e Virgilio che lo adoperano sia nel significato diretto di "scivolata, caduta" sia in quello traslato di "passo falso, errore". Nel 1898 S. Freud, prendendo spunto da uno studio glottologico e linguistico di R. Meringer e G. Mayer sul lapsus, comincia a interessarsi alle comuni dimenticanze, agli errori di nomi propri e a tanti altri piccoli difetti del funzionamento psichico. Nel 1901, in Psicopatologia della vita quotidiana, egli descrive, in maniera divulgativa, i lapsus verbali (lapsus linguae), i lapsus di lettura e di scrittura (lapsus calami), gli atti mancati, le sbadataggini e le dimenticanze (lapsus memoriae). Tutti questi errori secondo Freud non sono da attribuirsi al caso, ma piuttosto a una causalità psichica inconscia. Pensieri e sentimenti, che per la loro carica aggressiva o sessuale non sono accettabili, vengono mantenuti lontani dalla consapevolezza attraverso specifici meccanismi psicologici, in particolare la rimozione. Si presuppone vi sia in tutti gli individui un blocco, una censura fra ciò che è conscio e ciò che è preconscio-inconscio. In particolari situazioni, quando si verifichi una conflittualità sottostante molto forte oppure una diminuzione del controllo difensivo, questi contenuti preconsci varcano la barriera, il blocco conscio-preconscio, e si esprimono indipendentemente dalla volontà del soggetto. Il lapsus, come gli atti sintomatici e i sintomi nevrotici, esprime una formazione di compromesso per cui una parte dell'energia dell'impulso trova una via di uscita e si scarica, mentre un'altra parte è trattenuta e arginata dalle difese, così che vengono in qualche modo soddisfatti tanto il desiderio inconscio quanto l'esigenza difensiva. Freud porta numerosi esempi, in particolare lo scambio di parole di senso opposto, come 'offendere' anziché 'lodare'. Valga, per tutti, il caso del presidente del Parlamento austriaco il quale, dovendo aprire una seduta, che si preannunciava particolarmente difficile, esordì con il lapsus "Onorevoli colleghi, dichiaro la seduta chiusa", suscitando l'ilarità generale: il suo desiderio di evitare un momento difficile si era palesato senza che egli lo avesse intenzionalmente voluto. Freud mette quindi in luce, in maniera analoga a quanto aveva fatto nell'ambito dei sogni, come nei lapsus venga espresso il significato simbolico preconscio.
Successivamente, nel Significato opposto delle parole primordiali (1910), Freud riprende le ricerche sui significati antitetici delle radici antiche di molti termini, avendo letto, nell'opuscolo di un filologo, una discussione sulla presenza, nell'antica lingua egizia, di parole usate in due accezione opposte. Questo spunto gli permette di supporre che qualcosa di analogo succeda agli albori dello psichismo di ogni persona: come nell'evoluzione di una lingua, così anche nella maturazione dell'individuo l'ambiguità scompare e si affermano e si consolidano in modo separato i significati opposti. La duplicità presente nel pensiero arcaico, con la sua ambiguità, lascerebbe però una traccia nella costruzione del pensiero più evoluto e adulto, e questo meccanismo, precostituito e primitivo, verrebbe sfruttato dal lapsus, così come nel sogno e nel lavoro onirico, per cui viene fatto talvolta di dire il contrario di ciò che si vorrebbe coscientemente. Se i lapsus hanno delle ragioni latenti e un significato simbolico preconscio, il simbolo però non è fine a sé stesso. Come per il sogno il significato non si può apprendere dal 'libro dei sogni', così anche per il lapsus non può essere univoco e oggettivo come erroneamente vien fatto pensare nella sua volgarizzazione giornalistica o letteraria. Le svariate possibilità di interpretare un lapsus devono essere mantenute, dato il suo particolare significato di ponte che collega il passato con il presente nella storia di una persona, come sottolinea D. Lopez (1983); il lapsus pertanto rappresenta, insieme ai sogni e agli atti mancati, la via principale verso l'inconscio rimosso. Il lapsus ha quindi varie possibilità di interpretazione, esprime diversi livelli di simbolizzazione, e l'individuazione dei nuovi significati può avvenire solo all'interno di una relazione psicoanalitica quando l'interpretazione, all'interno del transfert, rende cosciente l'inconscio.
Bibliografia
da Enciclopedia Treccani
www.treccani.it