Medo
Figlio illecito di Medea e di Egeo. Fatto adulto andò a cercare la propria madre la quale era fuggita d'Atene. Giunto Medo nella Colchide, fu arrestato e condotto davanti a Perse, fratello di suo avolo, il quale aveva usurpato il trono di Eeta, padre di Medea. L'oracolo aveva annunciato a Perse che s'egli non avesse avuto il più gran riguardo, sarebbe anch'egli balzato dal trono e ucciso da uno dei discendenti di Eeta, suo fratello. In seguito a tale predizione l'usurpatore faceva arrestare tutti gli stranieri che entravano nei suoi Stati, e li teneva in carcere fino a tanto che avesse conosciuta la loro origine. Medo, non osando manifestarsi per quello che egli era, si fece credere Ippote, figlio di Creonte, re dì Colchide. Mentre praticavansi le necessarie indagini per scoprire se Medo aveva detto la verità, Medea giunse in Colchide, sdegnatissima contro Perse, e decisa di vendicare il proprio padre. Per non essere dall'usurpatore riconosciuta, essa si presentò alla di lui corte sotto il nome e gli abiti di Diana. Avendo ivi inteso ch'era detenuto in carcere un figlio di Creonte, la cui stirpe le era odiosa, allo scopo di indurre Perse a farlo perire, giunse a persuaderlo che il prigioniero altro non era se non Medo, figlio di Medea, spedito dalla propria madre per trucidarlo; e lo pregò di consegnarlo a lei stessa, volendo essa ucciderlo sotto gli occhi suoi. Ma quale non fu la di lei sorpresa, allorquando riconobbe il proprio figlio! Ripigliando allora lo smarrito spirito, domandò al re il permesso d'abboccarsi in particolare col supposto Ippote, e approfittando dell'istante, armò il figlio del pugnale che essa voleva immergere nel petto d'Ippote, e gli ordinò di uccidere l'usurpatore del trono di Eeta. Appena fu da Medo eseguito il comando, Medea si fece conoscere qual figlia di Eeta, disse che Medo era suo figlio, e il popolo lo riconobbe per re.
Bibliografia
Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928