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Mercurio




Parola derivata dal latino Mercurius, da merx, merce, mercanzia, perchè presiedeva al mercato e al guadagno; l'Hermes dei Greci. Figliuolo di Giove e di Maia, figlia d'Atlante. Era interprete degli Dei dell'Olimpo, e specialmente di Giove; loro messaggero, ministro e oratore; protettore dei viaggiatori, dei pastori; condottiere delle anime all'inferno; Dio dei negozianti, dei mercanti, dei ladri, degli oratori, dei ciarlatani e di ogni specie di ingannatori. Questo Dio, appena nato, rubò cinquanta giovenche custodite d'Apollo, nascondendole senza lasciare alcuna traccia, ma che dovette poi restituire. Mentre Apollo iera occupato nel ricercare la sua mandra, Mercurio trovò il mezzo di rubargli i suoi strali e la faretra. Saputo Maia delle ladrerie del proprio figlio, gliene fece i più vivi rimproveri; ma lungi Mercurio dall'ev sere intimorito, le rispose ch'egli aspirava agli onori divini, che anzi li pretendeva, e che non senza ingiustizia gli si ricusa di essere almeno onorato siccome I Dio dei ladri. Sembra che il rimanente della sua infanzia fosse impiegata in simili prodezze.Uno dei principali uffici e*
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Mercurio era quello di condurre le anime all'inferno e di assistere al loro giudizio. Orazio lo descrive qual pastore che precede la propria mandria ; ma quando le anime avevano compiuto il tempo che passar dovevano nei campi Elisi, questo Dio era incaricato di farle rientrare in nuovi corpi, dopo d'aver loro fatto bere l'onda di Lete, affinchè obliassero il loro stato di prima. Credevasi inoltre che Mercurio assistesse gli agonizzanti, per scioglierne le anime dai corpi. — Nel combattimento dei Giganti contro gli Dei, Mercurio si distinse col suo coraggio e con la destrezza. Egli liberò Marte dalla prigionia in cui l'avevano tratto gli Aloidi; egli uccise Argo, da Giunone incaricato di custodire Io; egli purificò le Danaidi dall'omicidio dei loro mariti; trasportò Castore e Polluce a Pallena; egli fu incaricato di portare Bacco alle Ninfe di Nisa, le quali presero cura dell'infanzia di quel nume; egli attaccò Issione alla ruota e Prometeo allo scoglio; fu Mercurio incaricato di rendere Ercole a Onfale, regina di Lidia; di condurre Priamo nella tenda di Achille, facendogli senza nessun pericolo traversare il campo dei Greci. — Riguardo alla leggenda delle giovenche rapite, secondo alcuni, Mercurio non figurerebbe altro che il crepuscolo; e le giovenche d'Apollo da lui rubate sarebbero i raggi solari che il crepuscolo della sera nasconde in qualche abisso da cui viene il giorno dopo a riprenderli il Sole. Secondo altri, egli sarebbe invece un Dio del vento; è inventore della lira, perchè risuonano le foreste, risuona la terra della musica dei venti; le giovenche d'Apollo sono le acque del cielo, che il vento ruba nascostamente alle nuvole.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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