Minerva
Figliuola di Giove, Dea della sapienza, della scienza e delle arti. Dopo aver Giove instigata Metide, sua prima moglie, a dare un vomitivo a Saturno, per fargli rigettare i figli che aveva divorati; ella gli annunciò che dopo la figlia di cui essa doveva diventar madre, avrebbe avuto un bambino cui era assegnato dal destino il governo del mondo; e Giove l'inghiottì per impedire che si effettuasse questa predizione. Quando venne il momento del parto, Giove sentì vivissimo dolore alla testa, e ricorse a Vulcano, il quale con un colpo di scure gliela spaccò, e tosto uscì dal suo cervello Minerva armata da capo a piedi. Ella impugnò le armi nella guerra dei Giganti, e difese con molto valore il suo genitore. Chi cerca nella favola i miti sociali troverà forse che Metide è un partito o un regno assorbito da Giove, che rappresenta maggior potenza, e che si rende formidabile dando leggi, fondando istituzioni e ordinando la milizia. E v'ha chi crede che la lotta di Giove coi Titani sia lotta di due ordini sociali e trionfo di civilità. Minerva servì nell'antichità a simboleggiare molti avvenimenti: è famosa la sua contesa con Nettuno per dare il suo nome ad Atene: e gli Dei chiamati a questa lite decisero che avrebbe vinto chi avesse prodotto la cosa più utile a quella città. Nettuno percuotendo col tridente la terra fece balzar fuori il cavallo: Minerva fece spuntare con un colpo di lancia l'olivo, ed essa ebbe la vittoria. Varrone dà l'origine di questa favola. Cecrope, egli racconta, nel fabbricare le mura d'Atene trovò un olivo e una fontana: l'oracolo di Delfo consultato in tale occasione diede il diritto di dare il nome alla città a Minerva e a Nettuno: il popolo e il senato scelsero il nome della Dea. Vossio crede che vi fosse contesa fra marinai e il popolo e il senato uniti insieme, e che la vita campestre protetta da Minerva prevalesse alla vita di pirata cui favoriva Nettuno. Varrone interpreta il mito materialmente, e Vossio filosoficamente. Intanto è certo che il regno di Giove simboleggia gli antichi progressi di civiltà, e Minerva rappresenta le scienze, le arti e l'industria, che incivilì l'Attica. Ella è vergine pudica: acciecò Tiresia che la vide al bagno, e qui s'intende forse la rivelazione di qualche mistero punito. Minerva è guerriera perchè la civiltà non poteva senz'armi propagare. Essendo ella nata in Libia, spiega forse l'origine della civiltà greca fondata da Cecrope in Atene. Le Minerve furono parecchie, adorate con simboli e culto diverso secondo i diversi popoli. Cicerone ne ammette cinque: una madre di Apollo; un'altra nata dal Nilo, onorata in Egitto; la terza figlia di Giove, la quarta nata da Giove e da Corife figlia dell'Oceano, chiamata Coria dagli Arcadi, inventrice dei carri a quattro cavalli di fronte; la quinta, che si dipinge coi calzari, ebbe per padre Pallante, ch'essa uccise perchè tentò farle violenza. Pausania parla di Minerva figlia di Nettuno in Africa, che divenne famosa nei lavori di lana.
Bibliografia
Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928