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Morte




Figlia della Notte e del Tempo e sorella del Sonno. Abitava gli antri eterni, ed era la più implacabiile fra tutte le Dee. Rappresentavasi in figura di donna livida e macilente, con faccia trista, gli occhi chiusi o rivolti a terra, ma pure con tratti nobilmente gravi. Armata di falce e fornita di orologio a polvere di suo padre, par che aspetti l'ora per mietere colui che le è indicato dal Destino; e perchè rapida colpisce ha larghe ali, talora di pipistrello. Talvolta un Genio tristo e immobile che spegne in terra una fiaccola rappresenta la morte, e perchè più estetica questa figura, venne anche assunta dall'arte moderna per simboleggiare la medesima cosa. Si vede anche rappresentata da uno scheletro ammantato d'un drappo nero, sparso di stelle, con le ali e talvolta con una falce in mano. Alla morte si diede un carro tirato da quattro cavalli neri.
Animali: Avvoltoio, presso gli antichi simbolo della Natura e della morte. Già presso gli Iberi gli avvoltoi si ponevano davanti le sepolture, come presso gli Ircani si mettevano i cani. Civetta, che fu sempre ritenuta come segno di cosa mortifera e infelice. Alcuni ricavano questo simbolo dal fatto che la civetta vaga di notte, la quale è presa per la morte come risulta dal seguente verso: Si serran gli occhi in un'eterna notte. Formica, secondo gli interpreti dei sogni, ritenendo le formiche figlie della terra, e abitano in buche sotteranee, dentro cui si pongono i cadaveri dei morti. Callo, che sacrificavasi alla Morte, e che era simbolo del risveglio alla vita eterna. Gufo, ritenuto come segno di morte e di malaugurio; vivendo esso nelle tenebre della notte che, come si disse rappresenta la morte.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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