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Muse




Dee della poesia e protettrici delle scienze e delle arti. Furono in origine come tante Ninfe delle fonti inspiratrici, presso a cui venivano venerate, e nei diversi luoghi ebbero anche nomi diversi, finché prevalse il culto tracobeotico delle nove Muse, che si diffuse dalla Beozia sulle altre parti della Grecia, e fu da ultimo generalmente adottato. La genealogia delle Muse non è la stessa in tutti gli scrittori, ma i più si accordano nell'ammettere che esse fossero le figlie di Giove e di Mnemosine, nate nella Piena, appiè dell'Olimpo. La nutrice delle Muse chiamava-si Eufeme (la fortunata, la onesta, la pia, la commendevole), e ai piedi del monte Elicona ergevasi la costei statua accanto a quella del poeta Lino. Riguardo al numero delle Muse, è certo che m origine solo tre avevano culto sul monte Elicona nella Beozia, ed erano Melete (meditazione, e quindi cura, esercizio, industria, diligenza), Mneme (memoria, menzione, da cui Mnemosine, memoria per eccellenza, ossia la madre delle Muse, quasi rammentatrice di tutto alle sue figlie) e Aede (canto, carme, fama). I nomi delle muse sono i seguenti: Clio, Dea della storia; Euterpe, Dea della musica e la poesia lirica; Melpomene, Dea della tragedia; Talia, Dea della commedia; Polinnia, Dea dei canti religiosi e mitici e delle allegorie; Erato, Dea della poesia erotica e amorosa e della mimica; Tersicore, Dea dei cori danzanti e cantanti; Urania, Dea dell'astronomia; Calliope, Dea della poesia epica. (Vedi questi nomi). Si dice che le Muse furono così nominate, e di questo numero, perchè nove proprietà appunto sono richieste a chi desidera pervenire alla perfetta cognizione di qualche scienza: la prima, Clio, significa gloria, che per la gloria s'induce principalmente l'uomo a dar opera alla scienza: la seconda, Euterpe, vuol dire grazia di Dio, il cui favore bisogna chi vuole perfettamente imparare: la terza, Melpomene, rappresenta il diletto, poiché se Lia scienza non dilettasse, mal si affaticherebbe alcuno per acquistarla: la quarta, Talia, significa capacità, abbisognando a colui che vuol imparare es-Isere capace, e intelligente di quello che legge: la quinta Polinnia, esprime molta memoria, essendo questa una delle cose principalmente necessarie per imparare: la sesta, Erato, vuol dire invenzione di cose simili, perchè colui che impara ha bisogno di ragionamenti per trovare anch'egli cose nuove simili: la settima, Tersicore, significa giudizioso, perche l'uomo dotto deve aver buon giudizio nel scegliere le cose buone e rigettare le cattive: l'ottava, Urania, rappresenta la divinità; perchè col scegliere la parte migliore si acquista il nome di celeste e divino: la nona, Calliope, equivale a perfezione di scienza, ed è la superiore e il capo di tutte le altre, poiché quando l'uomo è perfetto non ha più bisogno di altrui aiuto, ma egli è il superiore di tutti.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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