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Nodo gordiano




Leggasi nella favola che Gordio, figlio di un bifolco e padre di Mida, re della Frigia, possedeva un carro il cui giogo era attaccato al timone per mezzo di un nodo fatto così ingegnosamente che non se ne potevano scoprire i due capi. Mida, salito al trono, in segno di riconoscenza, consacrò il carro paterno a Giove, e a chi sarebbe giunto a sciogliere il nodo fu promesso l'impero dell'Asia. Più tardi, dice la storia, Alessandro Magno, passando a Gordio, capitale della Frigia, mentre si recava a far guerra a Dario, volle vedere il carro meraviglioso e scoprire il segreto di quel nodo famoso, ma non essendogli riuscito, e temendo che questa prova di impotenza raffreddasse lo zelo del suo esercito, trasse la spada, tagliò il nodo, dicendo che poco importasse il come, purché si sciogliesse, e in tal modo rese ai suoi soldati quell'entusiasmo che gli acquistò ben tosto l'impero promesso da Giove. Dalla favola e dalla storia passò il nodo gordiano nel linguaggio famigliare, e si dà comunemente questo nome a ogni difficoltà che credesi insormontabile e che non si può tagliare se non con la spada d'Alessandro.







Bibliografia

Ronchetti G., Dizionario illustrato dei simboli, Hoepli, MIlano, 1928

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